“Noi paghiamo le tasse Il governo fa marchette elettorali agli evasori”. Maurizio Landini dalle pagine del quotidiano Il Domani racconta tutti i disastri di questo governo e lancia la manifestazione di domani, sabato 25 maggio, a Napoli con la Via Maestra.

LA NOSTRA VIA MAESTRA

Landini spiega come la tappa partenopea sia solo l’ultima di un percorso più lungo “che nasce dalle manifestazioni contro la guerra e riafferma il rapporto che si è costruito fra Cgil, associazioni, laiche e cattoliche, e reti di cittadinanza”. La richiesta è chiara: “Poniamo al governo, e al Paese, la necessità di politiche e riforme che attuino la Costituzione, a partire dalla centralità del lavoro, che non deve essere precario e deve essere sicuro, l'aumento dei salari e delle pensioni, il rafforzamento del servizio sanitario nazionale e del sistema d'istruzione, la costruzione della pace dalla diplomazia: non è il momento di aumentare le spese militari”.

Per il numero uno di Corso Italia “l’unità del Paese è un valore: diciamo no all’autonomia differenziata e al premierato che scardinano la Costituzione. L’attacco avviene anche sulla libertà d’informazione e sull’autonomia della magistratura: denunciamo una logica crescente di autoritarismo che porta il governo a mettere in discussione il ruolo delle organizzazioni sindacali, e in fin dei conti delle persone che lavorano”.

LAVORO, I CONTI NON TORNANO

Nonostante i numeri strabilianti del governo, alla Cgil i conti non tornano proprio. “Abbiamo 4 milioni e mezzo di persone che lavorano part-time, 3 milioni con contratti a termine, un milione di somministrati, altrettanti a chiamata, aumentano il lavoro autonomo e le finte partite Iva. Milioni di persone pur lavorando sono povere”. E ancora prosegue Landini: “Nel Paese aumentano diseguaglianze e povertà, e sono in discussione il diritto alla salute, all'abitare, e la sicurezza sul lavoro. Le politiche che il governo propone, anziché affrontare alla radice questi problemi, li alimentano”.

SICUREZZA, NESSUNO FA NULLA

Alla domanda perché a morti sul lavoro hanno i numeri da guerra, e gli stessi da anni? Il leader della Cgil risponde: “Perché è il modello di fare impresa che si è affermato in questi anni ad uccidere. I morti sul lavoro, nella stragrande maggioranza, avvengono nel sistema degli appalti e dei subappalti, riguardano in misura maggiore il settore edilizio, dei trasporti, della manutenzione, persone spesso precarie. Questo modo di fare impresa è favorito, da anni, da una legislazione balorda. Da noi un'impresa è controllata una volta ogni quindici anni, se va bene. Anziché investire sulla prevenzione, sulla formazione e sul potenziamento degli ispettorati e della medicina del lavoro, si è liberalizzato il mercato e si sono ridotti i vincoli”. Cosa bisogna fare? “Bisogna eliminare i subappalti a cascata, la logica del massimo ribasso, e investire in protezioni di sicurezza. In questi anni sono aumentati gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

REDDITOMETRO, UNA CHIARA RETROMARCIA

Per Landini la retromarcia sul redditometro è una chiara dichiarazione d’intenti di questo governo: “Non vuole colpire l'evasione fiscale e continua a fare marchette elettorali in quella direzione. Gli strumenti per combatterla ci sono: quelli per tracciare gli spostamenti di denaro, mettere in collegamento le banche dati. Manca la volontà. In un Paese dove l'evasione continua ad ammontare fra gli 80 e i 90 miliardi l'anno, e l'Irpef al 90 per cento è pagata dai lavoratori dipendenti e dai pensionati, proponiamo da tempo una vera riforma fiscale”. Il governo, continua, “si è fatto dare dal parlamento una delega senza discutere con nessuno, neanche con noi Ma noi rappresentiamo quelli che le tasse le pagano e garantiscono i servizi sociali anche per quelli che non le pagano. Abbiamo un diritto in più di dire la nostra e pretendiamo un confronto”.

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REFERENDUM,TANTE FIRME AI BANCHETTI

La Cgil in queste settimane è impegnata nella raccolta delle firme sui quattro quesiti referendari. “Vogliamo mettere nelle mani dei lavoratori e dei cittadini la possibilità di cambiare le leggi sbagliate e di cancellare la precarietà. Ely Schlein ha firmato anche il quesito sul jobs act, ma il Pd si è diviso. Noi mettiamo in discussione tutta la legislazione che è stata fatta negli ultimi 25 anni, dalla fine degli anni 90. Sugli appalti, la legge che ha cancellato la parità di trattamento economico e normativo risale al 2003, governo Berlusconi”. Sulla liberalizzazione dei contratti a termine, “l'ultimo che ha dato un ulteriore colpo è il governo Meloni. La cancellazione delle tutele contro i licenziamenti ingiusti, che sono un diritto di civiltà, è stata fatta dal jobs act, governo Renzi”. Il segretario generale sottolinea “la quantità di firme che stiamo raccogliendo tra tutti i cittadini e, oltre agli esponenti Pd, da un arco vasto della politica, da Conte, a Bonelli e Fratoianni, a Rifondazione, Santoro, Vauro, intellettuali, giuristi e anche esponenti della Chiesa”.

SALARIO MINIMO IN CERCA DI LEGGE

Landini ribadisce il suo favore all'introduzione per legge del salario orario minimo. “Ma è necessario fare anche una legge sulla rappresentanza che cancelli i contratti pirata e faccia diventare i contenuti dei contratti, salariali ma anche normativi - ferie, malattie, infortuni, orari - diritti per tutte le persone”.