“Le associazioni datoriali del trasporto pubblico chiedono responsabilità e sacrifici ai lavoratori e ai sindacati ma non si interrogano mai sulla propria capacità di fare impresa, di ragionare in termini industriali e non commerciali”. Ad affermarlo la Filt Cgil su quanto emerso al convegno nazionale di Asstra, l’Associazione trasporti, aggiungendo che “abbiamo ascoltato con attenzione le proposte e le dichiarazioni ma quello che, a nostro avviso, è mancato nella discussione è stata una presa di consapevolezza rispetto alla situazione in essere”.

“Siamo tutti convinti - sottolinea la Federazione dei Trasporti della Cgil - che il tpl può rappresentare un effettivo volano di crescita e transizione energetica e conveniamo che c’è bisogno che il Fondo nazionale trasporti venga rivisto nel suo complesso e adeguatamente rifinanziato, nonostante il Governo, a fronte delle richieste di entrambe le parti, langue colpevolmente, incapace di avere una visione. Ma vogliamo anche ricordare che quelli del Fondo sono soldi pubblici e le imprese dovrebbe utilizzarli, anche e soprattutto, per pagare le giuste retribuzioni dei lavoratori come da contratto e non, come spesso accade, per coprire le proprie inefficienze".

Secondo la Federazione dei trasporti della Cgil infine “manca però un’idea di sistema, è un settore frammentato, con tanti operatori ed una assenza totale di investire in tecnologia e qualità del lavoro. In questa fase contrattuale, molto delicata, alle nostre proposte di un modello di relazioni sindacali più avanzato che coniughi reddito e articolazione dell’orario di lavoro con l'obiettivo di un benessere lavorativo migliore in grado di tenere insieme qualità del lavoro e servizi offerti agli utenti, ci viene risposto con chiusure e nessuna soluzione. C’è bisogno invece di uno scatto in avanti, di una nuova e più attenta capacità industriale, di imprese che siano in grado di interpretare e intercettare il cambiamento. Noi la parte nostra la stiamo facendo e la faremo, non possiamo dire la stessa cosa del governo nazionale, di quelli locali e delle aziende stesse”.