“Sogno di lavorare nella polizia scientifica, ma so che farò la barista”. È una delle tante risposte disilluse che i ragazzi dell’ultimo anno di scuola superiore hanno dato alla domanda sul lavoro dei sogni durante la seconda tappa del tour itinerante “e ti vengo a cercare” il 28 aprile scorso nell’istituto alberghiero di Molfetta.

"C’è una dicotomia sconcertante tra le aspettative di lavoro futuro coltivate sin da piccoli e che hanno a che fare con ambizioni e sogni e l’occupazione che poi effettivamente la platea di diciottenni che stiamo interrogando oggi pensa di svolgere, come fosse una condanna in mancanza di altro e meglio", spiega Gigia Bucci, segretaria generale della Cgil Bari, capofila del progetto promosso insieme a Fiom, Filcams, Flc, Nidil, le categorie dell’industria, del commercio, della scuola e dei lavoratori atipici, insieme all’Uds, che ha come obiettivo quello di incontrare studentesse e studenti mentre sono a lezione.

E si comincia spiegando loro cosa è un diritto. “È una cosa che ci spetta”, tuonano all’unanimità i ragazzi che le idee ce le hanno chiare sulle tutele che spettano loro come studenti. Scure sono invece le idee su cosa sia e faccia un sindacato, sulla Cgil, sul quadrato rosso. E la mattinata è trascorsa tra esempi di contratti, fatti di cronaca su quello che purtroppo sempre più spesso accade durante l’alternanza scuola-lavoro come le condizioni di sfruttamento, le morti bianche, le tragedie per mancanza di sicurezza nelle fabbriche, alternando anche interrogazioni divertenti sul riconoscimento innanzitutto dei loro diritti di studenti per poi passare a quelli come futuri lavoratori.

Curiosità e interesse ha contraddistinto gli studenti che hanno mostrato molto entusiasmo nel capire chi fosse l’uomo raffigurato sulla t-shirt della segretaria della Cgil di Bari. "È un’anima resistente", ha esordito Bucci, illustrando la vita del bracciante foggiano analfabeta che si è battuto per mettere al centro il lavoro di tutti. “Nessuno può morire per un pezzo di pane, affermava Giuseppe Di Vittorio, il padre fondatore del movimento sindacale italiano", ha spiegato la segretaria rivolgendosi a una platea interessata a capire cosa avesse fatto di tanto importante quel “cafone”, così come lo appellavano i padroni, che seduto fra gli scranni del Parlamento, ha lavorato alla stesura della nostra Costituzione e che ci ha trasmesso il valore dell’unitarietà indispensabile per migliorare la condizione di tutti. In chiusura un appello collettivo a studenti e insegnanti per difendere il ruolo della scuola pubblica come presidio democratico con il quale costruire alleanze per difendere e praticare la costituzione.

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