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“Le comunicazioni a mezzo stampa degli enti locali e del governo sono la dimostrazione della mancanza di qualsiasi senso delle istituzioni. Deve essere chiaro che non c’è condivisione di un piano senza il polo Dri a Taranto e i forni elettrici di Taranto e Genova che nel suo insieme dia una prospettiva e le necessarie garanzie occupazionali”, così in una nota Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil e Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil.
E ancora: “Dopo mesi di balletti e di ‘gioco del cerino’ si rende evidente la deflagrazione dello Stato davanti alla situazione di Acciaierie d’Italia.
Alle decisioni degli enti locali si sono aggiunte oggi quelle della lettera per il bando del ministro. Nei comunicati tutti parlano di ambiente e occupazione ma gli atti che si stanno compiendo scaricano gli effetti sui lavoratori che a migliaia rischiano tutto senza un piano industriale e occupazionale”.
Per queste ragioni, aggiungono De Palma e Scarpa, “riteniamo sia necessario che lo Stato si faccia garante del processo di transizione ecologica attraverso un intervento pubblico che garantisca la continuità produttiva per procedere al graduale spegnimento della produzione a carbone e tuteli l’occupazione e l’ambiente”.
“Ci siamo assunti la responsabilità di contribuire a risolvere una crisi che va avanti da più di 10 anni senza ricevere un reale ascolto che mettesse intorno a un tavolo lo Stato, che ha la responsabilità di avanzare una soluzione che davvero garantisca decarbonizzazione e lavoro. Il bando senza il polo del DRI a Taranto è la dimostrazione che ‘hanno tutti ragione’ ma a pagare sarà l’occupazione”, continua la nota.
E ancora: “La comunicazione organizzata dal Mimit per il giorno 12 dopo l’incontro con gli enti locali non era prevista dopo l’ultimo incontro a palazzo Chigi. La decarbonizzazione e l’occupazione sono due pilastri, senza l’uno non ci sarà l’altro. Per questo chiediamo che in queste ore ci sia un intervento che fermi la deriva in corso”.
“In assenza di una reale assunzione di responsabilità assisteremo a un fallimento per il quale i lavoratori saranno chiamati a pagare. Per quel che riguarda la Fiom ci confronteremo dopo il 12 con le altre organizzazioni sindacali per decidere tutte le iniziative di tutela sindacale per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori interessati. La mobilitazione dei lavoratori in questi anni è stata l’unica iniziativa a tenere insieme in un progetto industriale lavoro, ambiente e salute”, conclude il comunicato.