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Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil del Veneto denunciano con forza la situazione di disorganizzazione e insicurezza che si è venuta a creare in Italgas, all’indomani della fusione con 2iReteGas. La nascita del nuovo soggetto unico, destinato a gestire oltre 13 milioni di utenze su scala nazionale, non è stata accompagnata da un’adeguata fase di confronto e armonizzazione, soprattutto a livello locale.
Accordi nazionali siglati, ma manca il confronto territoriale
Gli accordi nazionali – spiegano le segreterie regionali delle tre sigle – sono stati siglati e hanno garantito almeno formalmente le tutele contrattuali per i lavoratori e le lavoratrici provenienti dalle due aziende. Ma ciò che manca completamente è la costruzione di un impianto organizzativo condiviso, discusso con le rappresentanze territoriali, capace di garantire operatività, sicurezza e qualità del servizio.
Una riorganizzazione imposta senza preparazione
Secondo i sindacati, la nuova Italgas ha avviato la riorganizzazione interna dal 1° luglio scorso, senza però preparare il personale né affrontare i problemi tecnici e procedurali. Le lavoratrici e i lavoratori – si legge nel comunicato – si trovano oggi in una situazione di grande incertezza: non sanno esattamente quali siano le attività da svolgere, le responsabilità, le modalità operative, né hanno ricevuto gli strumenti tecnici e informatici adeguati per lavorare in sicurezza.
Carenze organizzative e sicurezza a rischio
Le Rsu denunciano una gestione verticistica, spesso improvvisata, che non tiene conto della realtà dei territori. Le aree operative risultano troppo ampie e mal definite, non è stata avviata nessuna analisi dei fabbisogni occupazionali e le reperibilità non sono state riorganizzate. Alcune figure professionali sono state spostate forzatamente senza un chiaro disegno, mentre la carenza di supporti tecnici sta mettendo a rischio la tempestività degli interventi e la sicurezza delle squadre.
Dal Veneto un segnale chiaro, ma le proteste si allargano
Nonostante le ripetute richieste di confronto, Italgas ha finora evitato il dialogo, posticipando le risposte e dando l’impressione di voler “non disturbare il manovratore”. Le segreterie regionali di Filctem, Femca e Uiltec sottolineano che la disponibilità al confronto non deve essere scambiata per debolezza: “Siamo molto preoccupati – scrivono – per le segnalazioni che arrivano dai lavoratori. Se non ci sarà un cambio di passo, nel rispetto delle intese nazionali e con la dovuta serietà, ci vedremo costretti ad assumere tutte le iniziative consentite dalla legge e dal buon senso”.
L’iniziativa del Veneto si inserisce in un contesto più ampio: anche in altre regioni, le strutture territoriali delle tre organizzazioni sindacali stanno organizzando momenti di mobilitazione, assemblee e richieste di confronto, a testimonianza di una preoccupazione diffusa e crescente tra i lavoratori del gruppo.