“C’è un legame tra Bergamo e quello che è accaduto ieri nel cantiere Esselunga di Firenze”: è la constatazione di Luciana Fratus, segretaria generale della Fillea Cgil di Bergamo, che, dopo una serie di verifiche svolte in queste ore, interviene sulla vicenda del drammatico crollo nel capoluogo toscano.

“Due dei lavoratori morti nell'incidente di Firenze avevano lavorato nel 2023 per diverse imprese a Bergamo. Taoufik Haidar, cittadino marocchino di 43 anni, è stato nostro iscritto alla Fillea Cgil fino al 21 novembre 2023. Fino a questa data ci risulta fosse iscritto alla Cassa edile di Bergamo, alle dipendenze di un’azienda con sede a Brescia che però aveva aperto un cantiere a Treviglio. Anche una delle altre vittime, Mohamed Toukabri, cittadino tunisino di 54 anni, è stato iscritto alla nostra Cassa edile”.

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“A oggi i nomi di questi lavoratori non risultano iscritti a nessuna delle due casse edili provinciali, né con la Go Costruzioni di Villongo, ditta che era sicuramente al lavoro nel cantiere di Firenze, né con altre imprese”, prosegue Fratus. “Ma questo fatto ha una ragione tecnica precisa: la posizione della Go Costruzioni di Villongo e dei suoi dipendenti attivi in Edilcassa è aggiornata al 31 dicembre 2023. In generale, di mese in mese, i dati relativi alle ore lavorate e alle generalità dei lavoratori impiegati devono essere comunicati dalle imprese alle casse secondo tempi tecnici precisi. I dati del mese di gennaio vanno comunicati entro il 20 di febbraio, ecco forse perché al momento non abbiamo traccia dei nomi delle vittime”.

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“Quello che invece è certo è che siamo di nuovo a piangere lavoratori che hanno perduto la vita in un cantiere. Torniamo a condannare, come la Cgil ha fatto ripetutamente negli ultimi mesi, le recenti modifiche della normativa di settore che hanno portato a una deregolamentazione nella catena degli appalti a discapito della sicurezza dei lavoratori. Ripetiamo anche che la patente a punti non basta. Per le morti sul lavoro si introduca il reato di omicidio colposo. La logica del profitto non deve prevalere sulla sicurezza dei lavoratori”.

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