“Rischiamo di tornare a politiche di austerity, in Italia e in Europa”, dice il segretario generale della Cgil Maurizio Landini intervistato dal quotidiano La Repubblica. “Nel silenzio generale il governo taglia la sanità e la scuola, non rinnova i contratti pubblici, non contrasta anzi alimenta la precarietà. E si è bloccato sul Pnrr occasione storica per fare investimenti nei servizi sociali e per governare le transizioni ambientale e digitale. Scandaloso che sulla sanità, così centrale in pandemia, si sia speso sinora solo 11% del Pnrr. Inaccettabile non usare presto e bene i fondi per il dissesto idrogeologico e intanto pensare di togliere la ricostruzione delle terre alluvionate dell'Emilia Romagna a chi conosce bene il territorio”.

Pnrr, un ritardo pericoloso

“Siamo alle solite – prosegue - si tollera l'evasione con i condoni e la soglia al contante. Le tasse si pagano tutte, in proporzione a quello che prendi e che hai costruttivo”. E sull’allarme della Corte dei Conti che registra lo stallo sul Pnrr, il giudizio è netto: “Non si risolve con i bavagli. I numeri sono numeri, i conti sono i conti. E anche i ritardi sono ritardi. Si assumano le responsabilità e facciano le loro scelte. Ancora non sappiamo quali modifiche intendono apportare al Piano. Le parti sociali non sono coinvolte. Siamo molto preoccupati. Rischiamo di rimanere indietro rispetto agli altri Paesi”.

Numeri di un Paese in ginocchio

Le cifre sono oggettive e drammatiche. “Più di 120 mila giovani ogni anno lasciano l'Italia. Oltre 6 milioni di persone sono povere lavorando perché non arrivano a 10 mila euro annui. La sanità – continua Landini - è al collasso e tante persone rinunciano a curarsi o devono pagare per farlo. Crescono le disuguaglianze e il Reddito di cittadinanza viene dimezzato. Per la prima volta in quarant'anni calano i consumi. Abbiamo il record di giovani Neet che non studiano o lavorano. Il tasso di occupazione tra i più bassi d'Europa e il più alto debito pubblico. Crescono solo i profitti e gli extraprofitti. La maggioranza del Paese non si è accorta che l'economia va meglio”.

Martedì tavolo con il governo

C’è attesa per l’incontro a Palazzo Chigi sulle riforme. “Andremo e ascolteremo – precisa il leader della Cgil - dopo l'ultimo incontro propagandistico sul decreto Primo Maggio. Abbiamo letto i temi scritti nella convocazione. Vediamo che si torna a parlare di pensioni. C'è anche l'inflazione e la produttività, ma sono titoli: cosa significano? In questi cinque mesi il governo è andato avanti su tutto senza mai discutere con nessuno: delega fiscale con la flat tax, decreto lavoro con la liberalizzazione dei contratti a termine e l'estensione dei voucher, i dodici condoni della legge di bilancio. Con Cisl e Uil confermeremo le nostre proposte della piattaforma unitaria. E faremo notare quel che manca: sanità, rinnovo dei contratti, precarietà, subappalti, Pnrr. E che si continua a morire sul lavoro”.

Le piazze del lavoro

Landini torna sulle tre manifestazioni di maggio a Bologna, Milano e Napoli con Cisl e Ui. “La partecipazione molto ampia ha confermato il sostegno alle nostre richieste di aumentare salari troppo bassi, superare la precarietà, cambiare un fisco diseguale che tratta come un bancomat pensionati e lavoratori dipendenti e premia l'evasione e la rendita, potenziare i servizi sociali. Le persone ci chiedono di cambiare le politiche del governo, di riaffermare il diritto alla salute e alla scuola. Abbiamo percepito un grande consenso popolare contro il progetto dell'autonomia differenziata che spacca un Paese già pieno di disuguaglianze”.

La mobilitazione non si ferma

Già in calendario i prossimi appuntamenti: “Le piazze – prosegue Lanini - ci chiedono di non fermarci fino a quando non avremo risultati. Il recente congresso europeo dei sindacati a Berlino ha deciso, anche su proposta della Cgil, di unificare le tante mobilitazioni nazionali aperte su salari, precarietà, investimenti pubblici, stato sociale, pensioni e fisco. Significa unire le forze e le lotte, a partire da giugno. Fino ad arrivare a una giornata di mobilitazione europea”. Come Cgil, durante un'assemblea insieme ad un vasto mondo di associazioni sia laiche che cattoliche, “abbiamo deciso due grandi manifestazioni. Una il 24 giugno a Roma, in piazza del Popolo, per il diritto alla salute e la sanità pubblica. E l'altra il 30 settembre contro la precarietà, l'autonomia differenziata e per la difesa della Costituzione”.