Aveva 62 anni Alessandro De Marchi, operaio della Regione Piemonte impiegato in una squadra forestale in servizio nella provincia del Verbano Cusio Ossola, quando è scivolato lungo il sentiero della Stra Granda in valle Anzasca e ha perso la vita. L’incidente, avvenuto venerdì scorso, si è verificato mentre il lavoratore stava pulendo un tratto del percorso.

Secondo le ricostruzioni, si sarebbe appoggiato ad una recinzione che delimita il tracciato, in un momento di pausa, ma questa avrebbe ceduto facendolo scivolare lungo il pendio per diversi metri. A dare l’allarme un collega di lavoro presente sul posto.

Vicinanza ai familiari dell’operaio forestale vittima dell’incidente è stata espressa dai sindacati Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil Piemonte, che scrivono in una nota “quanto sia necessario adoperarsi per garantire salute e sicurezza sul lavoro. Prevenzione, formazione, rispetto rigoroso delle norme e un sistema di controlli efficace sono la base. Serve anche un ambiente improntato all’attenzione e alla sicurezza, non ci deve essere spazio per la disattenzione e la competizione. Questo triste episodio, come altri infortuni accaduti tra gli operai forestali ci dicono che non ci servono eroi, servono donne e uomini sensibili alla salute e sicurezza propria e di chi gli sta vicino”.

Sempre la scorsa settimana un altro morto sul lavoro, questa volta nel Mezzogiorno d’Italia e questa volta per un malore. Il lavoratore era un bracciante moldavo senza regolare contratto, Paverl Storceac, di 31 anni, che dopo aver accusato i primi sintomi mentre era in un campo di tabacco nella zona di San Marco Trotti (Caserta), è stato trasportato in auto da tre suoi colleghi e abbandonato privo di sensi all’esterno del servizio di emergenza di Santa Maria a Vico. Trasferito d’urgenza all’ospedale di Caserta di codice rosso, è morto mezz’ora dopo l’arrivo.

La tragedia, per la quale sono iscritti nel fascicolo degli indagati il proprietario del terreno e datore di lavoro di Storceac e tre uomini albanesi, ha fatto discutere a livello locale anche in virtù dell’ordinanza regionale per l’emergenza caldo che vieta il lavoro nei settori agricolo ed edilizio su tutto il territorio campano dalle 12.30 alle 16, nelle ore più calde soleggiate.

“Questa morte avviene in un contesto ancora troppo fragile – ha dichiarato il segretario generale Flai Cgil Caserta -, quello dell’agricoltura, che ogni giorno vede i suoi lavoratori in condizioni già gravose per il tipo di attività usurante, venire a contatto con fenomeni sia ambientali e sociali, come lo sfruttamento e il caporalato, che impediscono la giusta tutela. Le istituzioni si devono assumere la responsabilità di fermare questa mattanza. La nostra lotta non si fermerà”.