La Fiom chiede di introdurre misure per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, e insieme il salario e i diritti. Questa la posizione espressa dal sindacato delle tute blu, in una nota della segreteria nazionale. “Il governo Conte – esordisce – nella giornata di ieri ha esteso le restrizioni già previste per la Lombardia e per 14 province del Nord all'insieme del territorio nazionale. Una misura eccezionale, valevole fino al 3 aprile, riassunta dallo slogan “io resto a casa”, tesa a contenere il diffondersi dell'epidemia Covid-19. Chiuse scuole e università, cinema e musei, limitazioni all'apertura di bar e ristoranti, divieti di assembramento, spostamenti ridotti al minimo fatti salvi quelli per lavoro, necessità o per ragioni di salute”.

La Fiom condivide lo spirito del decreto e allo stesso tempo “ritiene necessaria e prioritaria l'introduzione di misure specifiche per tutelare la salute e la sicurezza, i diritti e il salario di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici. In primo luogo – spiega – per garantire la salute dei lavoratori occorre rivendicare al governo e al sistema delle imprese una programmazione della riduzione delle attività produttive, fino alla fermata di tutte quelle attività considerate non essenziali”.

Il sindacato quindi prosegue: “Si tratta di ridurre progressivamente, anche attraverso modifiche organizzative, la presenza contemporanea dei lavoratori nei luoghi di lavoro, specie nei grandi agglomerati produttivi, rendere cogenti in tutte le fabbriche le misure di sicurezza stabilite dal ministero della Salute e dalle disposizioni delle autorità competenti (distanza minima interpersonale, afflusso contingentato nelle mense e negli spogliatoi, igienizzazione degli ambienti di lavoro, utilizzo dispositivi di protezione individuale ecc.). Tale cogenza – quindi – va per la Fiom stabilita con un apposito decreto da parte del governo”.

Una riduzione delle attività lavorative in tutti i luoghi di lavoro, ad eccezione di quelli che forniscono servizi essenziali (forniture al Servizio sanitario nazionale, servizi ospedalieri e presìdi medici, catena alimentare ecc.) che va accompagnata dall'estensione di appositi ammortizzatori sociali, valevoli per l'insieme dei lavoratori a prescindere dalla tipologia di assunzione (tempo indeterminato, precari a tempo determinato e in somministrazione ecc.). “Un intervento che, a quanto ci risulta, sarà varato domani dal governo con carattere generale e retroattivo. Ammortizzatori ad hoc, anche in deroga, che non devono intaccare durata e contatori della Cigo, della Cigs, del Cds, e le normali disposizioni legislative in materia”. Tutte le strutture sono impegnate ad evitare iniziative unilaterali delle imprese lesive dei diritti contrattuali, conclude la Fiom, compreso l'utilizzo delle ferie e dei permessi individuali maturande e maturate in corso d'anno dai lavoratori.