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La Filt Cgil Pavia fa sapere di avere “appreso con stupore la nuova apertura dello stato di agitazione, con conseguente blocco ai cancelli, da parte di un sindacato di base presente nel sito Poste italiane logistics S.p.A. di Vidigulfo (PV). Lo stesso – prosegue - prevede delle rivendicazioni sindacali sulle quali non intendiamo mettere becco e che ogni organizzazione sindacale è libera di fare, ma ciò che ci colpisce in maniera negativa è la presa di posizione della organizzazione sul licenziamento effettuato dalla società Metra nei confronti di un personaggio che si è reso responsabile di fatti gravi ed inaccettabili”.
Per il sindacato pavese la tutela sindacale dei lavoratori contro le ingiustizie e le vessazioni operate dai datori di lavoro è una cosa troppo seria per lasciarla in mano a soggetti e sigle che, a seconda delle convenienze del momento, la strumentalizzino per difendere l’indifendibile.
"Il licenziamento per giusta causa effettuato da Metra nei confronti di questo personaggio, che oltretutto aveva incarichi da rsa – prosegue -, è frutto di fatti gravissimi, lesivi dei diritti e della dignità di molteplici lavoratori. La tutela e la rappresentanza sindacale da parte di un’organizzazione sindacale che voglia essere controparte autorevole, seria, forte e credibile, passa, infatti, in primo luogo per l’accettazione e la condivisione di limiti e nel rispetto di principi che non ammettono violazioni di sorta, da parte di chicchessia, ivi inclusi i propri iscritti”.
Tra i principi inderogabili la Filt Cgil provinciale enumera il rispetto dell’altrui dignità, il rifiuto di ogni forma di violenza e minaccia fisica e/o morale ed il rispetto di genere di tutti, specie degli altri colleghi lavoratori: “Qualunque soggetto datoriale o terzo ponesse in essere condotte lesive di detti principi ai danni di un qualsiasi lavoratore, si scontrerebbe, ne siamo certi, con una lotta feroce e senza sconti di sorta, da parte di tale sindacato, che troverebbe, altrettanto certamente, condivisione e solidarietà da parte di ogni altra seria sigla sindacale, a cominciare dalla scrivente”.
“Tale fermezza e forza, che nasce e risiede nell’indiscutibilità dei principi di che trattasi, non ammette però deroga di sorta né letture riduttive o peggio compiacenti a seconda della parte che li leda. E invece così è avvenuto e sta avvenendo nel caso del lavoratore interessato al licenziamento”.
Il lavoratore, secondo quanto riporta la Filt Cgil pavese, ha reiterato sul posto di lavoro “tali odiose condotte in danno di numerosi colleghi, minacciandoli ed usando violenza sia fisica che verbale, sovente nei confronti di donne; ha insultato anche in contesti pubblici (la Prefettura di Pavia) altri lavoratori e tenuto atteggiamenti gravemente sessisti e di discriminazione di genere; unico nel panorama sindacale italiano, ha portato a una denuncia collettiva nei suoi confronti da parte di oltre 100 colleghi lavoratori del sito di Vidigufo, esasperati dalle sue condotte. Il tutto per una gestione personalistica e di puro potere della carica sindacale ricoperta”.
Quindi il comunicato prosegue: “Va da sé che un personaggio del genere, prima ancora che esser licenziato, avrebbe dovuto, e noi lo avremmo fatto senza esitare un attimo, esser espulso dall’organizzazione sindacale a cui appartiene che a parole si professa strenua paladina dei diritti e della dignità dei lavoratori, se non altro per gli odiosi atteggiamenti tenuti nei confronti di donne, la cui esigenza di tutela, anche tenuto conto del peculiare momento storico è fondamentale.
Tuttavia, ciò non è avvenuto e anzi oggi, anche di fronte all’eclatanza della situazione e all’inevitabile licenziamento che ne è seguito, rivoltandosi dall’altra parte e ignorando pervicacemente l’oggettività dei fatti, non trova di meglio che insistere nella difesa di chi tale difesa non merita.
E’ notizia di oggi la chiusura del magazzino di Poste Logistics di Vidigulfo, visto il persistere del picchetto messo in atto da questa organizzazione sindacale che invitiamo ad assumersi tutte le responsabilità nei confronti degli oltre 200 operatori che dal mese prossimo percepiranno uno stipendio ridotto a causa dell’apertura della cassa integrazione, che oltre a gravare sulla collettività, non garantisce ai lavoratori il vivere serenamente e stabilmente.
Tutto ciò, lo ripetiamo e ribadiamo con forza, non ha nulla a che fare con la lotta per i diritti dei lavoratori, con la tutela della dignità delle donne e degli uomini, ma rappresenta l’esatto opposto e squalifica senza mezzi termini, non solo chi si rende protagonista di siffatte azioni, ma anche da chi, falsificando la realtà per ragioni di mero calcolo speculativo le difende ad onta di ogni evidenza, strumentalizzando la buona fede dei propri iscritti che impegna in azioni di lotta che meriterebbero ben altri obbiettivi.
Non esiste, ne siamo convinti, rappresentanza sindacale priva di senso di responsabilità e rispetto delle regole di civile convivenza. Nessuno potrà credibilmente difendere questi valori in nome dei lavoratori se non ha la forza e l’onestà di prendere le distanze da chi questi valori non condivide, senza se e senza ma.
Questo modo di fare sindacato, demagogico e populistico non ci appartiene, e dallo stesso prendiamo le distanze denunciandolo con forza, prima che a rimetterci sia tutto il movimento dei lavoratori che merita il giusto rispetto e riconoscimento”.