PHOTO
Nella giornata di ieri si è tenuto un incontro tra la società Eni e le organizzazioni sindacali, nell’ambito di una procedura di legge relativa alla costituzione di una nuova società, che a partire dal 1° luglio prenderà il nome di EIE – Eni Industrial Evolution.
La Filctem Cgil non firma: “Un modello sbilanciato sul lato finanziario”
La Filctem Cgil ha deciso di non sottoscrivere il verbale di esperita procedura, esprimendo forti perplessità sul progetto e sul modello organizzativo che Eni sta adottando. Secondo il segretario nazionale della Filctem Cgil, Antonio Pepe, “Eni continua nel processo di finanziarizzazione delle sue società a scapito delle attività industriali”.
Il sindacato sottolinea come la nuova EIE entrerà a far parte del sistema di società satelliti che Eni ha recentemente sviluppato, un assetto che, secondo Pepe, “guarda più all’aspetto finanziario che a quello industriale”. “Da tempo denunciamo – ha spiegato Pepe – che questo modello, unito alla rinuncia alla chimica di base nel nostro Paese, con la chiusura degli impianti di cracking di Brindisi e Priolo, non è coerente con la vocazione, il ruolo e la storia che Eni ha sempre avuto nell’interesse del sistema Paese”.
Dubbi sul perimetro aziendale e sui lavoratori coinvolti
Le preoccupazioni espresse non sono isolate: l’intera delegazione sindacale presente all’incontro ha sollevato dubbi e criticità sull’operazione. In particolare, è stata rilevata la mancanza di definizione dei perimetri societari e dei profili delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti, aspetti che non sono stati chiariti durante la riunione.
Le attività interessate e le esclusioni rilevanti
Nel nuovo assetto saranno coinvolte le raffinerie di Taranto, Livorno, Sannazzaro e Milazzo (per il 50%), il centro ricerche, sedici depositi e il costiero gas. Restano invece escluse dalla nuova società la tecnologia EST (Eni Slurry Technology) e tutti i brevetti, che rimarranno in capo a Eni. Sarà trasferita soltanto la parte gestionale, mantenendo inalterata la proprietà intellettuale. Ulteriori perplessità sono state espresse in merito all’esclusione delle bioraffinerie di Venezia e Gela dal perimetro della nuova società, decisione che non ha trovato motivazioni chiare da parte dell’azienda.
Una società per lavorazioni in conto terzi, ma con molte incognite
Secondo quanto comunicato da Eni, il ruolo della nuova società EIE sarà quello di effettuare lavorazioni in conto terzi, inizialmente per Eni stessa, attraverso contratti di fornitura con le società satellite. In un secondo momento, l’attività potrà estendersi ad altre realtà industriali, in base alla flessibilità operativa degli asset e alle richieste del mercato. La Filctem sottolinea però le incognite legate a questo modello: “Si tratta di asset totalmente dipendenti da Eni e dal mercato, con tutti i rischi connessi agli approvvigionamenti”.
Filctem: “Servono garanzie e un piano industriale chiaro”
“Nell’incontro – ha concluso Pepe – non sono stati indicati investimenti quantitativi per le diverse realtà coinvolte, se non in forma generica. Non abbiamo quindi condiviso il verbale della procedura, sia perché non condividiamo il modello satellitare che Eni sta attuando, sia perché, in assenza di un quadro chiaro sugli investimenti, abbiamo chiesto che in tempi rapidi venga presentato un piano industriale in grado di assicurare la tenuta industriale e occupazionale dei siti interessati dall’operazione”.