Le edicole sono in crisi: sono sempre di più quelle che chiudono, con la conseguente perdita dei posti di lavoro. Lo sviluppo delle piattaforme on line, la riduzione del prezzo medio dei periodici, il cut-price (due riviste al prezzo di una), la politica dei prezzi super scontati degli abbonamenti con sconti fino al 70 per cento, stanno causando il consistente abbattimento del guadagno per gli edicolanti. E c'è di più: la Federazione degli editori dei giornali (Fieg) sembra non voler discutere le proposte dei sindacati per mettere in sicurezza le edicole e la filiera distributiva. L'accordo nazionale che regola i rapporti tra editori ed edicolanti, firmato nel 2005 e scaduto nel 2009, è inadeguato rispetto alla realtà attuale.

"Le percentuali di remunerazione degli edicolanti sono ferme a più di 15 anni fa e la Fieg non ha ancora iniziato delle serie trattative per il rinnovo dell’accordo di categoria, rifiutando il confronto sulla nostra piattaforma, che contiene una serie di proposte economiche essenziali per il futuro della rete di vendita". A dirlo è il Sinagi, il sindacato del giornalai affiliato a Slc Cgil, proclamando assieme a Snag e Usiagi una manifestazione nazionale a Roma: l'appuntamento è per lunedì 28 gennaio, alle ore 10 in piazza Montecitorio.

"In questi anni hanno chiuso migliaia di edicole e le vendite dei quotidiani e periodici sono calate di oltre il 50 per cento, ma la Fieg rimane indifferente alla crisi della rete di vendita della stampa, che è e rimane un bene prezioso, un presidio importante per il pluralismo e il diritto all’informazione e anche una rete di prossimità con notevoli margini di sviluppo", prosegue il Sinagi: "Gli editori non sembrano interessati a tale rete dedicata all’informazione e non sembrano intenzionati a riconoscere alle edicole il giusto adeguamento delle condizioni economiche. Questo atteggiamento non può più essere tollerato".

"È evidente che, se si vuole conservare una rete dedicata all’informazione, bisogna urgentemente individuare risorse e adeguate remunerazioni", conclude la nota del sindacato degli edicolanti Cgil: "La 'ricetta' della Fieg, invece, è quella di affamare la rete di vendita e dare i giornali a chiunque voglia venderli, sostituendo gli edicolanti alle Poste (abbonamenti in edicola e consegna porta a porta) e ai distributori locali (edicola madre per i punti vendita che i distributori locali non intendono rifornire)".