Continua la protesta dei lavoratori e delle lavoratrici in appalto che preparano e consegnano le spese ordinate sulla piattaforma online Easy Coop per conto di Coop Alleanza 3.0. Oggi, sabato 28 giugno, proclamato il secondo sciopero, dell’intera giornata, per rivendicare la piena applicazione del contratto collettivo nazionale di settore. Presidio davanti al magazzino di Castelmaggiore all’alba.

Dopo il primo sciopero di sabato 7 giugno, sono state avviate formalmente le procedure di cambio appalto (senza più dovere rassegnare le dimissioni) tra l'attuale datore di lavoro, Futura Logistica Srl, e la società Futura Spa che subentrerà nell'appalto a decorrere dal primo uglio nelle attività di preparazione e consegna delle spese online del magazzino di Castel Maggiore.

“Tuttavia, - fanno sapere Filcams Cgil, Filt Cgil e Nidil Cgil - permane la volontà aziendale di applicare un accordo sindacale sottoscritto tra Futura e Uiltrasporti che deroga agli stipendi minimi previsti dal contratto nazionale di settore, e ciò, ribadiamo, in maniera illegittima in quanto la normativa legislativa non permette di ridurre le retribuzioni (i cosiddetti minimi tabellari)”.

“Questo accordo - continua la nota - è stato peraltro sottoscritto senza alcuna partecipazione dei lavoratori alla discussione e senza tenere conto che la maggior parte degli stessi sono iscritti alla Cgil, e che hanno già espresso anche formalmente la loro netta contrarietà. La società Futura Spa applica il contatto logistica e trasporto merci ai lavoratori impiegati in altri appalti nei quali svolgono attività di logistica e trasporto merci per conto di altre società committenti. Non è quindi nella disponibilità di alcun sindacato derogare i minimi retributivi a discapito di un gruppo di lavoratori impiegati a Bologna, applicando una riduzione all'80% per il primo anno, all'85% per il secondo anno, e al 90% per il terzo anno”.

A questo si aggiunge un massiccio uso di lavoratori somministrati ed anche in presenza di frammentazione e differenziazione contrattuale, i lavoratori dimostrano di non avere alcuna intenzione di subire questa situazione e dimostrano una compattezza affatto scontata.

“L'intera operazione è stata organizzata con estrema spregiudicatezza - continuano le categorie della Cgil -, sia nelle modalità (un accordo sindacale sottoscritto ad inizio maggio con la Uiltrasporti senza interpellare alcun lavoratore e senza che alcun lavoratore avesse aderito volontariamente a quel sindacato, riunioni coi lavoratori convocate dall'azienda alle quali si presentano i sindacalisti della Uiltrasporti), sia nei contenuti (applicazione di un stipendio più basso di quello previsto dal contratto collettivo naizonale che l'azienda applica senza che ciò abbia alcuna giustificazioni se non quella di risparmiare sugli stipendi)”.

Secondo Filcams, Filt e Nidil, le società committenti Coop Alleanza 3.0, Poste Italiane rispetto alle attività di delivery, e le associazioni datoriali come Legacoop, “hanno scelto di non prendere una posizione chiara su questa storia manifestando, nonostante le proteste, un disinteresse sulle condizioni contrattuali di quei lavoratori e di quelle lavoratrici che lavorano indirettamente per loro”.

“Andremo fino in fondo - concludoeno Filcams, Filt e Nidil -, anche da soli, insieme a quei lavoratori e lavoratrici con tutti gli strumenti a disposizione perché questa ingiustizia non si realizzi”.