“Aspettiamo di leggere il testo dell’eventuale decreto del governo sull’emergenza caldo nei posti di lavoro ma sicuramente il riconoscimento per i lavoratori edili e del lapideo della possibilità di Cigo fuori dal contatore delle 52 settimane, pur rappresentando una prima vittoria della nostra azione sindacale, è insufficiente”. 
A dirlo è Alessandro Genovesi, Segretario generale Fillea Cgil, che prosegue “come ha sottolineato la Confederazione, serve infatti molto altro: tutele automatiche per tutti i tipi di lavoratori, dipendenti e autonomi, l’obbligo per le imprese a rimodulare orari e carichi di lavoro tramite specifici accordi aziendali con le RSU e/o le organizzazioni sindacali territoriali, con particolare attenzione alle piccole aziende e, nelle situazioni più pericolose dove non vi sono stati accordi specifici, prevedere la sospensione o il rallentamento certificato delle attività più a rischio”.

Per il settore edile servirebbero ulteriori interventi, spiega Genovesi "oltre alla rimodulazione dei carichi e degli orari, dovrebbe essere automatica l’accoglienza delle domande di Cigo con comunicazione preventiva a fronte dei bollettini meteo e, anche per via amministrativa, occorre riconoscere l’eventuale rallentamento dei lavori come causa oggettiva di forza maggiore valevole per tutti i committenti, al fine di evitare penali. Questo a partire da tutti gli appalti pubblici”.

“Soprattutto – continua Genovesi – quello che non si può fare e ridurre la tutela delle lavoratrici e lavoratori più esposti ai colpi di calore e ai malori a una serie di consigli materni alle imprese, ricordando loro meramente quanto già previsto dal dlgs. 81/2008. Procedure e comportamenti che sono già obblighi per i datori di lavoro: più utile sarebbe inserire esplicitamente per legge il pericolo alte temperature nei Documenti di Valutazione dei Rischi, con un ruolo attivo di Rls  Rlst”.

Per tutte queste ragioni la Fillea Cgil invita il governo ad "emanare norme stringenti e con l’obbligo di contrattazione nel decreto e, per quanto ci riguarda, continueremo e intensificheremo la campagna “Caldo estremo, doppio rischio”, seguitando a sollecitare anche le amministrazioni pubbliche locali, le Aziende Sanitarie e l’ispettorato del lavoro, le committenze pubbliche e private” conclude Genovesi, rinnovando l’impegno di tutte le strutture del sindacato per “essere presenti nei cantieri, nelle cave, nelle fornaci e nelle fabbriche per informare e soprattutto contrattare la tutela concreta della sicurezza di centinaia di migliaia di lavoratori”.

Qui i volantini in 6 lingue e gli spot della campagna #CaldoEstremoDoppioRischio