PHOTO
Da venti giorni i lavoratori della Cooper Standard di Battipaglia presidiano i cancelli della fabbrica. Hanno incrociato le braccia e non intendono tornare indietro. La multinazionale americana della componentistica auto, che produce guarnizioni destinate a Stellantis, ha iniziato a spostare commesse in altri stabilimenti europei, soprattutto in Polonia. Una scelta che, secondo i sindacati, rischia di svuotare progressivamente il sito salernitano e di condannarlo alla chiusura.
Gli impegni traditi
La vertenza nasce anche dalla rottura di accordi sottoscritti solo pochi mesi fa. Cooper Standard aveva promesso una gestione graduale degli esuberi, con ammortizzatori sociali e nuovi investimenti legati a commesse Stellantis. Ma quei patti non sono stati rispettati: nessun rilancio industriale, linee produttive spostate altrove e prospettive sempre più fosche.
Il tavolo al ministero
Ieri il primo confronto al ministero delle Imprese e del made in Italy. Un tavolo interlocutorio, senza soluzioni immediate, ma che ha fissato una nuova data: l’8 ottobre. Il Governo si è impegnato a fare da garante, ma i sindacati chiedono molto di più: chiarezza sulle prospettive del sito, un piano industriale credibile e la presenza di Stellantis al prossimo incontro.
Una comunità in allarme
La vicenda non riguarda soltanto i 370 dipendenti diretti. A rischio c’è l’intero indotto della Piana del Sele, già fragile. Il consiglio comunale di Battipaglia si è riunito in seduta straordinaria per sostenere i lavoratori, la sindaca ha espresso solidarietà e i sindacati non escludono, se non arriveranno risposte, di estendere la mobilitazione a tutta l’area.
In attesa dell’otto ottobre
Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil parlano chiaro: “I lavoratori hanno già pagato un prezzo altissimo, con venti giorni di sciopero. Ora tocca all’azienda dire se intende garantire un futuro a Battipaglia o abbandonare il territorio”. La partita si gioca tutta nel prossimo appuntamento al ministero.