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Verrebbe da dire che al peggio non vi è mai fine. Da settimane si discute del fatto che i lavoratori e le lavoratrici pubblici che operano negli enti locali guadagnano meno dei colleghi di altri comparti: meno rispetto al già poco dei salari pubblici. Sono state le Regioni e le associazioni dei Comuni a chiedere che le buste paga venissero equiparata anche per evitare un dumping tra comparti che rischia di veder svuotati gli uffici degli enti territoriali. E il governo si era impegnato ad affrontare la questione. E invece nulla, anzi.
Trattativa finta
Così come per gli altri comparti la scena è sempre la stessa. Aran convoca il tavolo per il rinnovo del contratto. La proposta di incremento economico sempre quella, fissata al 5,75% di aumento, le organizzazioni sindacali, almeno alcune, illustrano una serie di proposte volte a migliorare la condizione economica delle lavoratrici e dei lavoratori e davanti si trovano un muro invalicabile. Ci si alza, saluta e tutto finisce così.
La rottura
In una nota firmata da Fp Cgil e Uil Fpl si legge: “Si è tenuto stamattina un incontro per la prosecuzione della trattativa per il rinnovo del Ccnl Funzioni locali 2022-24. Nell’occasione, mentre Fp Cgil e Uil Fpl hanno illustrato opzioni e soluzioni in grado di rispondere alle esigenze reali di lavoratrici e lavoratori, Aran ha presentato una proposta che si muove nell’ambito delle risorse già stanziate, e che non risolve il problema salariale: uno spostamento delle risorse dall’indennità di comparto allo stipendio tabellare e una riduzione corrispondente del fondo delle risorse decentrate oltre a qualche euro inizialmente destinato alla contrattazione decentrata”.
L’operazione "sarebbe valsa da un massimo
di 17 euro lordi per i funzionari a 11 euro lordi per gli operatori sul salario tabellare già percepito in altra forma e che rischia di avere un saldo negativo dovendo compensare i maggiori oneri riflessi. Per noi la proposta è totalmente insufficiente. Occorrono fondi certi aggiuntivi per un contratto giusto e dignitoso per tutti. Dopo un solo giro di interventi al tavolo, Aran ha interrotto bruscamente la trattativa senza preannunciare ulteriori convocazioni”.Senza confronto
O anche che strana idea del confronto ha questo governo. La rappresentazione che vorrebbe si mettesse in scena è semplice: ci si incontra, il ministro o il funzionario di turno illustra le decisioni prese in altra sede e gli interlocutori che assentono magari anche un po’ osannanti.
Questo non è né confronto né trattativa sindacale. I sindacati, invece, affermano: “noi rimaniamo sempre disponibili a proseguire il confronto, ad un esame nel merito dei provvedimenti e ad un ulteriore momento di approfondimento. Nell’occasione, è opportuno ricordare che il recente decreto sulla Pubblica Amministrazione non garantisce alcun aumento certo per tutti i lavoratori, ma introduce solo una possibilità, non un obbligo, di superamento del tetto del salario accessorio. Opportunità riservata ai soli enti virtuosi e, anche tra questi, molti saranno costretti a scegliere tra nuove assunzioni e l’aumento (nella stragrande maggioranza dei casi minimo) del salario per il personale in servizio”.
La strada è segnata
Gli strumenti in mano alle lavoratrici e ai lavoratori sono antichi e moderni insieme: stare uniti, manifestare il proprio dissenso, illustrare le proprie ragioni agli utenti dei servizi, se del caso scioperare. La conclusione della nota di Fp Cgil e Uil Fpl è netta: “Il governo non sta dando le risposte necessarie, per noi parte la mobilitazione”.