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Ieri il salotto buono di Vicenza, Piazza dei Signori, si è riempito di manifestanti che hanno risposto all'appello di Cgil, Cisl e Uil per chiedere di fermare la strage sui luoghi di lavoro. Una mobilitazione, unitaria e nazionale, che ha vissuto una prima tappa importante nel mese di maggio, attraversando tutte le zone del Paese e che continua a essere priorità per le confederazioni, anche perché le cifre legate ai morti e agli infortuni sul lavoro non fanno che crescere. Soprattutto in regione.
682 in 10 anni sono state le vittime sul lavoro in Veneto, 35 i morti quest'anno, dove il balzo in avanti con il 2020 ha registrato un drammatico +25%, una cifra che polverizza l'incremento che si è registrato a livello nazionale.
E allora è stata importante la piazza di ieri, per lanciare alcuni messaggi, alla Regione e al governatore Zaia, alle imprese, ma anche all'unità del sindacato confederale, per costruire il futuro modello di sviluppo. La sintesi di queste istanze nell'intervista video di Christian Ferrari, segretario generale della Cgil Veneto, qui di seguito.
"A Zaia: basta annunci, basta chiacchiere, basta photo opportunity. Ci vogliono scelte politiche - ha detto Christian Ferrari -, risorse e nuove assunzioni per gli organi di vigilanza. Alle imprese: investite su sicurezza e tecnologie, basta precarizzazione sul lavoro e basta con le lunghe catene di appalti e subappalti. A noi stessi: rimaniamo uniti per essere il motore di cambiamento che ci consentirà di costruire il futuro modello di sviluppo".