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Raggiunta oggi a Milano, dopo 7 mesi di trattative, l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale per le lavoratrici e i lavoratori del settore calzaturiero. L’intesa sottoscritta da Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e i rappresentanti di Assocalzaturifici, l’associazione confindustriale di settore, ha vigenza 1° gennaio 2024 - 31 dicembre 2026 e interessa circa 75 mila addetti occupati in 4.000 aziende.
“Un risultato molto soddisfacente in un momento particolare della vita del settore che, dopo un periodo florido a seguito della pandemia, vede una situazione di stallo e difficoltà generalizzate che vale la pena attenzionare da parte di tutti gli attori in campo, Parti sociali ed istituzioni in primis”. Questo il commento delle segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil a margine della trattativa.
“Con questo contratto – continuano - abbiamo raggiunto un risultato economico che salvaguarda il potere d’acquisto di lavoratrici e lavoratori, e al contempo fa passi avanti significativi nelle politiche di genere, di welfare contrattuale, di lotta alle violenze e di genitorialità condivisa; centrale, dunque, l’attenzione alla persona ed ai suoi diritti, senza perdere di vista l’obiettivo di un riconoscimento economico in linea con l’importante incremento del costo della vita”.
La parte economica
L’intesa prevede un aumento medio sui minimi salariali (Tem), riferito al 4° livello, di 191 euro, e suddiviso in tre tranche: prima tranche d’aumento di 90 euro dal 1° agosto 2024; seconda di 51 euro dal 1° agosto 2025; terza di 50 euro dal 1° agosto 2026. La prima tranche rappresenta oltre il 47% dell’aumento complessivo e il montante è di 4149 euro.
Significativa l’operazione fatta sul 1° livello per portare la paga oraria minima oltre i 9 euro, riconoscendo un aumento complessivo di 289,90 euro.
Per quanto riguarda il welfare, le aziende aumenteranno la loro quota al fondo sanitario integrativo Sanimoda di 3 euro, arrivando a 15 euro mese complessivi per ogni dipendente, a decorrere dal primo gennaio 2026. Inoltre, dal 1° gennaio 2025 le aziende verseranno 2 euro per la copertura Ltc (non autosufficienza). Per quanto riguarda l’assicurazione Previmoda, a decorrere dal primo aprile 2025 la quota in carico all’azienda per la premorienza e l’invalidità permanente sarà adeguata di un ulteriore 0.04%.
L’aumento complessivo (Tec) sarà di 196,75 euro nel triennio, pari all’11%.
La parte normativa
Nell’ambito delle relazioni industriali, di rilievo l’avvio formale dell’Osservatorio di settore e l’abbassamento a 40 dipendenti della soglia dimensionale per l’informativa sindacale. Definita inoltre la composizione della Commissione Paritetica sulla revisione del sistema classificatorio di inquadramento dei lavoratori e la promozione del Codice delle pari opportunità con l’analisi settoriale dell’andamento dell’occupazione femminile. Incentivata la promozione della cultura contro le violenze di genere.
Scende dal 32 al 30% la soglia omnicomprensiva di utilizzo dei contratti a termine e in somministrazione, mentre sale da 42 a 58 la banca ore individuale. Aumenta da 3 a 4 mesi l’aspettativa non retribuita per esigenze personali e viene prevista una aspettativa non retribuita di un mese, aggiuntiva a quanto già previsto per legge, per la fecondazione assistita. Riconosciuti nel contratto i permessi retribuiti per la donazione del midollo osseo (accertamenti, prelievo, degenza, convalescenza) e per la malattia dei figli (da 3 a 8 anni) pari a 10 giorni l’anno, rispetto ai 5 giorni previsti per legge. Fissato un mese retribuito aggiuntivo, oltre a quanto già previsto per le vittime di violenza di genere e aumentato il periodo di comporto di 2 mesi per i lavoratori con disabilità certificata (legge 68). Incrementati da 40 a 72 ore i permessi retribuiti per i rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza, RLS. Infine, stabilite le linee guida per lo smart working e per le ferie solidali.
“Siamo soddisfatti dell’intesa raggiunta che dà risposte ai lavoratori in una fase economica congiunturale difficile, anche a livello internazionale. Questo contratto salvaguarda il potere d’acquisto dei salari, ma anche la filiera del Made in Italy”: hanno concluso le segreterie nazionali dei tre sindacati al termine della trattativa.
La parola passa ora ai lavoratori che nelle assemblee nei luoghi di lavoro voteranno l’accordo.