Il fatto è accaduto a Bologna e risale alla serata di ieri, 12 marzo. Vittima un rider, eletto dai colleghi rappresentante sindacale Filt Cgil in Just Eat, “che – si legge in una nota della categoria –, durante il turno di lavoro, aveva appena concluso una consegna al terzo piano di un palazzo presso un cliente di un condominio, dopo aver posteggiato la bicicletta nell'androne delle scale per evitare il rischio di furto del mezzo. Furti che si ripetono con frequenza nella nostra città, in particolare ai danni di questa categoria di lavoratori che utilizzano regolarmente la propria bicicletta o scooter nell'attività lavorativa”.

“Conclusa la consegna e sceso al piano terra, il lavoratore ha incrociato un condomino del palazzo che lo ha aggredito verbalmente gridandogli ‘tu sei un immigrato e non puoi comandare a casa mia’ e poi lo ha strattonato e gli ha lanciato addosso la bicicletta colpendolo ad una gamba. Il nostro delegato – scrive la Filt Cgil Bologna – ha chiamato le forze dell'ordine che sono intervenute per verbalizzare l'accaduto e hanno verificato la dinamica dell'episodio. Successivamente, l'ospedale al quale il lavoratore si è recato ha refertato una contusione con una prognosi di 10 giorni e l'apertura dell'infortunio sul lavoro”.

“Insieme al nostro delegato e con l'assistenza legale – si legge nella nota – stiamo valutando di procedere nei confronti della persona che ha deliberatamente scelto di aggredire verbalmente e fisicamente un ragazzo che stava facendo il proprio lavoro, utilizzando un ampio repertorio di espressioni offensive a sfondo razzista purtroppo molto in voga nel nostro Paese”.

“Esprimiamo solidarietà al nostro delegato e lo assisteremo sindacalmente e legalmente, riteniamo fosse doveroso riportare fedelmente i fatti. Questa – scrive la Filt Cgil rispetto ad alcuni articoli di cronaca apparsi sulle pagine online della stampa locale – non è una storia di biciclette posteggiate nell'androne delle scale, è una storia di razzismo e di inciviltà. Bisogna chiamare le cose con il loro nome”.