È arrivata oggi, 21 dicembre, la firma per la Cassa integrazione per cessazione alla Bekaert di Figline Valdarno (che dalle 22 di stasera chiuderà l'attività). Dopo l’uscita volontaria di 62 lavoratori, i 256 ancora dipendenti di Bekaert dal primo gennaio e per tutto il 2019 potranno dunque contare sul sussidio che garantirà loro un reddito evitando il licenziamento collettivo. Presenti all’incontro sulla vertenza al Mise il vicecapo di gabinetto del ministero dello Sviluppo Economico, la Regione Toscana, l’azienda, assistita da Confindustria Firenze, l’advisor incaricato e le organizzazioni sindacali Fim-Fiom-Uilm. 

Durante l’incontro, Serent, l’advisor incaricato dall’azienda per operare la reindustrializzazione, ha aggiornato il tavolo comunicando che vi sono quattro manifestazioni di interesse rilevanti per lo stabilimento di Figline, provenienti da soggetti industriali operanti tutti nel settore siderurgico e delle lavorazioni metalliche.

Perché la reindustrializzazione dell'area resta il vero obiettivo della vertenza, come spiega Daniele Calosi, segretario generale della Fiom Cgil Firenze: “Grazie alla determinazione dei lavoratori, siamo riusciti a reintrodurre la cassa integrazione, lo strumento necessario per continuare a lavorare alla reindustrializzazione dello stabilimento di Figline".

Al termine dell'incontro, soddisfazione è stata espressa anche dall’ingegner Sorial, vicecapo di gabinetto del ministro Di Maio, che ha ricordato la complessità della trattativa: “Siamo partiti da una situazione particolare, molto difficile, che avrebbe determinato il licenziamento immediato dei lavoratori e nessuna copertura di ammortizzatori. L’accordo firmato oggi, invece, consentirà di evitare il licenziamento dei dipendenti della Bekaert".