Ore 15.00, ministero dello Sviluppo economico. L'appuntamento è di quelli decisivi, perché "il tempo dei rinvii è finito", come hanno avvertito i sindacati, che dal ministro Di Maio si aspettano oggi, sul tavolo della vertenza Alitalia, impegni precisi e risposte chiare sul progetto industriale e sugli interlocutori interessati all’acquisizione della compagnia.

“Finora non abbiamo visto nessun piano industriale e qualunque sia la compagine azionaria vogliamo prima di tutto parlare di rilancio dell’azienda e di riposizionamento sul mercato", spiega Fabrizio Cuscito, segretario nazionale Filt Cgil. “Siamo indubbiamente preoccupati e respingiamo qualsiasi indiscrezione riguardo a eventuali esuberi, tagli alle retribuzioni e 'spezzatino aziendale' e, come ci ha promesso il governo e il ministro Di Maio, ci aspettiamo un piano di rilancio e non solo un salvataggio”, insiste il dirigente sindacale.

Ma quali sono gli scenari più probabili allo stato attuale? In campo c'è la cordata guidata dalle Ferrovie dello Stato, l'unico soggetto che ha presentato un'offerta di acquisto per Alitalia ai commissari della compagnia, il 31 ottobre 2018, che ha poi coinvolto la società Delta Airlines. Ma per completare il salvataggio servono altri partner. Le alternative possibili allo stato attuale sembrano tre: Atlantia, la holding dei Benetton, con la quale però il governo è in rotta di collisione per la vicenda Autostrade; Lotito, il patron della Lazio, che si è fatto avanti con una manifestazione di interesse non vincolante; e il gruppo di Riccardo Toto, figlio di Carlo, imprenditore pescarese che nel 1995 ha dato via alla compagnia aerea Air One. Se il piano di salvataggio fallisse (c'è tempo fino al 15 luglio per completare la cordata) ci sarebbe la proposta di Lufthansa, che potrebbe acquisire poco più di metà della compagnia.

Intanto, è fissato per il 24 luglio lo sciopero nazionale di tutti i settori del trasporto, compreso quello aereo. Lo hanno deliberato gli esecutivi nazionali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti “per dare sostegno alla piattaforma unitaria di proposte ‘Rimettiamo in movimento il Paese’ indirizzata al governo”. “Per la prima volta nella storia più recente – afferma il segretario generale della Filt Cgil Stefano Malorgio – il governo che si contraddistingue per l’assenza di risposte strategiche, non ha mai convocato le organizzazioni sindacali e lo ha fatto solo per sporadici incontri per la gestione delle singole crisi. A seguito di questo bisogno di scelte si deve aprire un confronto punto per punto su infrastrutture, politica dei trasporti e regole e arrivare alla sottoscrizione di un Patto per i trasporti che parta dall’aggiornamento del Piano generale dei trasporti e della logistica e che tenga conto delle esigenze di mobilità di persone e merci”.