Un editore parlamentare della Lega, imprenditore del settore sanitario, al quale una partecipata dello Stato (l’Eni) cede un ramo d’azienda con una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'eventuale operazione. Questo è quanto si prospetta per l’Agi, la seconda agenzia di stampa italiana, per l’acquisto della quale il Gruppo Angelucci ha fatto una manifestazione di interesse  Da qui lo sciopero delle giornaliste e dei giornalisti con una manifestazione a Roma di Fronte al Pantheon

I lavoratori ribadiscono la loro contrarietà alla cessione dell’Agi dal suo attuale editore, l’Eni partecipata dal Mef, al polo editoriale riconducibile al Gruppo Angelucci, chiedendo all’editore "di fare chiarezza sulla manifestazione di interesse pervenuta per il possibile acquisto dell'agenzia e alle istituzioni come sia possibile che una società partecipata dello Stato possa cedere un suo ramo d'azienda, che percepisce fondi pubblici per le sue convenzioni, con una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'eventuale operazione".

Ai microfoni di Collettiva.it Serenella Ronda, componente del Cdr dell’Agi, illustra la situazione e i rischi che sta correndo la nostra informazione, mentre Giovanni Innamorati, portavoce del gruppo ‘Per il giornalismo’ dell’Ordine dei giornalisti, fa il punto sulla valenza generale di quanto accade all’Agi per il giornalismo italiano. 

Intanto anche le giornaliste e i giornalisti dell'Agenzia di stampa Dire hanno scioperato nuovamente e torneranno ad astenersi dal lavoro il prossimo giovedì 11 aprile, chiedendo all’editore di sanare in maniera definitiva la questione dei 17 giornalisti della sede di Roma sospesi dal lavoro la notte del 31 dicembre, di pagare gli stipendi del mese di gennaio per intero anche ai colleghi che sono stati sospesi dal servizio dall'1 al 26 gennaio scorso. Tra le richieste dei lavoratori della Dire anche il proseguimento dell’opera di reintegro dei colleghi licenziati a seguito del piano di esuberi dell'autunno scorso, “aprendo una nuova stagione di rapporti costruttivi con le rappresentanze sindacali e il corpo redazionale nella sua interezza”.