"Oltre 16mila lavoratori del comparto sanitario della Sardegna vedono finalmente riconosciuto il diritto alla retribuzione aggiuntiva previsto dal contratto collettivo nazionale". La Cgil Sarda commenta così l’accordo firmato stamattina tra l’assessore Arru e le sigle di categoria Fp Cgil e Uil Fpl regionali. Un'intesa che rappresenta, secondo il sindacato, "un importante passo avanti nella riduzione del divario tra le retribuzioni dei lavoratori sardi e quelli delle altre regioni d’Italia". 

“E’ la prima volta dopo anni di lotte sindacali – spiegano le segretarie regionali Roberta Gessa (Fp Cgil) e Fulvia Murru (Uil Fpl) - che nel bilancio della Regione vengono stanziate parte delle risorse indispensabili a riconoscere la professionalità e il sacrifico dei lavoratori di un comparto che ha affrontato momenti difficili, anche di recente, con i cambiamenti imposti dalla riforma sanitaria”. 

Le categorie si dichiarano dunque soddisfatte per questo segnale concreto di attenzione da parte del Consiglio e dell’assessorato della Sanità, che hanno sanato una grave ingiustizia a danno dei lavoratori della sanità sarda: “Non possiamo non evidenziare che le risorse stanziate, sei milioni di euro nel triennio 2019-21, sono insufficienti a colmare il divario con il resto d’Italia ma è chiaro che questo primo importante risultato dovrà essere confermato e migliorato nel tempo, qualunque sia la maggioranza che guiderà la Sardegna dopo le imminenti elezioni”. 

L’auspicio è che “l’accordo firmato oggi -  che oltre a incrementare le retribuzioni dei lavoratori contribuirà al miglioramento e all’efficienza dei servizi - sia solo un primo di altri provvedimenti da noi sollecitati per potenziare le condizioni salariali del lavoratori e del sistema sanitario nel suo complesso”, concludono le sindacaliste.