Il futuro occupazionale dei somministrati presso il ministero dell’Interno è in bilico: ancora una volta i contratti stipulati dalle agenzie per il lavoro Gi Group e Manpower sono a rischio interruzione. L’allarme lo lanciano i sindacati di categoria Nidil Cgil, Felsa Cisl e UilTemp che indicono iniziative di mobilitazione sui territori e una giornata di sciopero nazionale per il 21 dicembre, con presidio a Roma.

I lavoratori delle commissioni e sezioni territoriali e delle questure, che dipendono dalla commissione nazionale per il diritto di asilo, hanno una proroga fino al 27 marzo 2023 con risorse già nello stato di previsione del Ministero. Ma sul loro destino dopo quella data non c’è alcuna certezza.

“In base ai fabbisogni individuati, che ci sembrano paradossali, gli addetti delle prefetture rischiano un imponente taglio delle unità – sostengono le organizzazioni di categoria -. Chiediamo quindi si intervenga urgentemente su questo punto e si diano adeguate risposte, anche in termini di risorse, garantendo la continuità occupazionale di tutti i somministrati delle prefetture per far fronte alle necessità operative manifestate al Ministero anche da decine di prefetti dal territorio”.

Gli impiegati nelle questure e nei commissariati in forza al dipartimento della pubblica sicurezza sembrano essere contenuti nelle risorse previste, ma secondo i sindacati è necessario prorogare i contratti senza che si verifichi alcuna interruzione delle prestazioni, tenuto conto anche delle scadenze dei permessi di soggiorno rilasciati per protezione temporanea ai cittadini ucraini al 4 marzo 2023.

Stiamo parlando di circa 1.150 lavoratori che hanno reso un servizio pubblico essenziale a partire dalla primavera del 2021, la cui imprescindibile utilità è stata ammessa più volte dai dirigenti periferici e centrali del Ministero: non solo hanno garantito i diritti essenziali agli immigrati, ma il loro lavoro è indispensabile anche alle forze di polizia che altrimenti sarebbero dedicate in massa alle pratiche connesse all’immigrazione, più di quanto già non facciano, sottraendo evidentemente numeri ed energie al presidio del territorio.

“L’incertezza che sta diventando una costante del percorso di questi lavoratori è inaccettabile – dicono Nidil Cgil, Felsa Cisl e UilTemp -: vogliamo certezze dal governo e dal Ministero su ciò che accadrà nel prossimo mese e l’apertura di un dialogo per arrivare a definire un percorso di progressiva internalizzazione e la proroga dei contratti per tutti”.