I sindacati delle costruzioni si mobilitano. FenealUil e Fillea Cgil hanno annunciato un percorso di mobilitazione contro quelle che ritengono “scelte del tutto sbagliate per il lavoro, l’ambiente e la sicurezza”. A rischio ci sarebbero circa 100mila posti di lavoro, e le scelte dell'esecutivo  “renderanno impossibile per i redditi più bassi realizzare interventi sulle case popolari e più vecchie”.

“Alla luce dei vari provvedimenti del governo – affermano Vito Panzarella e Alessandro Genovesi, segretari generali - il settore costruzioni rischia un netto peggioramento dell’occupazione e della qualità del lavoro con gravi impatti sull’ambiente e sulla possibilità di rigenerare quartieri e periferie senza raggiungere così gli obiettivi Onu e Ue per città sostenibili.” 

 Sotto accusa c'è ovviamente il decreto 11/2023, che blocca la cessione dei crediti per i bonus edili,  “colpendo i redditi più bassi, chi vive, cioè, nelle case più vecchie ed energivore e nelle periferie”. Ma le critiche dei sindacati sono anche per le nuove norme del Codice degli Appalti che “riducono gli obblighi di applicazione dei contratti collettivi edili e introducono la liberalizzazione dei subappalti a cascata”. Le politiche del governo, insomma, “finiscono per tagliare drasticamente il lavoro nell’edilizia privata”, con un peggioramento della sicurezza per i lavoratori negli appalti pubblici, meno qualità e meno sostenibilità”. Per queste ragioni, a partire dai prossimi giorni, saranno organizzate varie iniziative, volantinaggi, assemblee e azioni simboliche che culmineranno il primo aprile in una giornata nazionale di lotta articolata in 5 manifestazioni territoriali.”

Cinque le periferie scelte per le manifestazioni che, oltre alle lavoratrici e ai lavoratori del settore, delegati e militanti sindacali, saranno aperte a contributi di studenti, associazioni ambientaliste, comitati di quartiere, imprenditori, professionisti e intellettuali.

“Una giornata d'impegno, per portare avanti le nostre proposte – spiegano i due sindacalisti - a favore del lavoro e dell’ambiente e che saranno anche un’occasione di confronto e di partecipazione per i cittadini che vivono in quei quartieri e che sono i più colpiti dalla mancanza di una politica e di una programmazione di medio periodo per la riqualificazione e la rigenerazione delle loro case e delle loro aree urbane”.

Tra le proposte avanzate da FenealUil e Fillea ci sono: “politiche industriali, stabili e durature per il settore delle costruzioni”, ma anche “risorse e strumenti per realizzare la città dei 15 minuti, per garantire case di qualità, aree verdi, servizi di prossimità a partire dalle nostre periferie”, così come . “infrastrutture e opere pubbliche di qualità, avanzate che dai grandi interventi alla riqualificazione diffusa di scuole, ospedali, case popolari garantiscano a tutti di vivere meglio”.

“Per questo – continuano i sindacati - chiediamo la modifica del decreto sui bonus edili”, per garantire “lo sblocco dei crediti”, ma soprattutto per “dare stabilità alle percentuali d'incentivo per i prossimi 10 anni, garantendo la cessione del credito e lo sconto in fattura per gli incapienti e per i redditi medio-bassi, per i condomini e per chi vive nelle periferie. Prevedendo un intervento pubblico diretto, anche straordinario, per l’edilizia pubblica residenziale”.

Inoltre i sindacati chiedono “una legge quadro per la rigenerazione urbana, con una nuova pianificazione urbanistica basata su maggiori risorse e strumenti partecipativi, in coerenza con gli obiettivi del Next Generation Eu e dell’agenda Onu per città sostenibili”. E ancora “vincoli stringenti sull’obbligo di applicare e rispettare i contratti edili in tutti gli appalti”. 

Per fare questo bisogna “difendere e valorizzare il lavoro di qualità, sicuro e legale, indispensabile per azzerare le morti sul lavoro e in particole nei cantieri. Noi siamo pronti a dare il nostro contributo”, anche se il governo “non ha coinvolto le organizzazioni sindacali in nessun tavolo sugli appalti e sulle politiche di settore, non riconoscendo ai lavoratori il ruolo che meritano”.