"Nonostante le proteste, gli inviti a riflettere, le proposte alternative da parte del sindacato, la Rai, alla fine, ha deciso di produrre il programma dell'artista Cattelan a Milano. Premesso che qui non siamo in presenza di un'invasione di campo delle organizzazioni sindacali in tema di scelte produttive, la decisione di Rai di non sfruttare la sede torinese per questo programma ci appare profondamente sbagliata, sia nel merito che nel metodo". Così, in un comunicato congiunto le segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Fnc Ugl, Snater e Libersind Confsal.

"Realizzare questo programma a Milano, negli studi Rai di Mecenate 1, crea problemi logistici non indifferenti per quel centro di produzione, a cui si aggiunge un esborso di soldi pubblici, non meglio quantificato, per pagare i costi di trasferta dei lavoratori, che da Torino saranno spostati a Milano per almeno 25 giorni (quattro giorni a settimana per almeno dieci settimane). Nella convinzione che il pubblico non avrebbe certamente sofferto se il programma fosse stato girato nel bellissimo studio torinese inutilizzato, come già avvenuto in passato per un intero mese e per un totale di 12 puntate, questa scelta di utilizzare gli studi milanesi con personale di Torino ci appare priva di logica", proseguono le varie organizzazioni sindacali.

"Svilire Torino, come Napoli e le sedi regionali a meri serbatoi di personale, da cui attingere ogniqualvolta si debba tappare un buco, è offensivo per quei lavoratori e per le casse aziendali. Non è la prima volta che denunciamo scelte antieconomiche dell'azienda: la stessa che, con una mano, sbandiera risparmi di pochi euro tagliando la terza edizione dei tg regionali, e con l'altra, getta dalla finestra milioni, temiamo, per i capricci di qualche star (o supposta tale), magari assistita da qualche potente agente", continuano i sindacati.

"Di recente, abbiamo denunciato altro spreco di denaro pubblico per la scelta dell'azienda di appaltare la grafica di Sanremo (e stiamo ancora aspettando risposta); avevamo scritto ai vertici per evitare questo autogol dello spostamento a Milano di Cattelan (e non abbiamo avuto risposta); ora forse è il caso che il management cominci a capire che certe derive non sono più accettabili. Onde evitare che le nostre denunce possano essere strumentalizzate da chi la Rai la vuole eliminare, preferiamo seguire sempre i percorsi sindacali tradizionali, senza ricorrere ad altri canali. Per lo stesso senso di responsabilità, sarebbe il caso che la Rai si astenesse da scelte sbagliate che rischiano sempre di dare argomenti proprio a chi, la Rai, vorrebbe invece spazzar via", aggiungono i sindacati.

"Come segreterie nazionali, pensiamo sia giunto il momento di riprendere a livello nazionale una discussione organica sugli appalti, sulle allocazioni dei programmi e delle produzioni nei diversi Cptv e sul tema degli organici e dell’organizzazione del lavoro. Lanciamo questa sfida ai vertici aziendali, anche per vedere la loro disponibilità a disegnare insieme la Rai del futuro. Comunque, vigileremo ancora e metteremo in campo ogni iniziativa in difesa del servizio pubblico e delle lavoratrici e lavoratori Rai", concludono le diverse sigle di categoria.