Retribuzione inferiore ai minimi contrattuali, turni massacranti e condizioni di lavoro insostenibili: queste le principali motivazioni dello sciopero. “Incomprensibile come queste società possano trascurare le ricadute reputazionali delle loro politiche riguardo le risorse umane”, commenta il docente di Reputation management all’Università Lumsa di Roma e all’Università della Repubblica di San Marino Luca Poma, rimarcando che il 63 per cento del valore di mercato di un’azienda è attribuibile alla reputazione.

“Scegliendo d'ignorare deliberatamente – prosegue l’esperto – nel loro modello di business, che prevede una spregiudicata rincorsa al prezzo più basso, le conseguenze di queste politiche predatorie sulla percezione presso i cittadini, le compagnie aeree low cost pregiudicano inevitabilmente il loro perimetro reputazionale e distruggono valore per gli azionisti”.

La reputazione aziendale, infatti, impatta direttamente sul valore di mercato dell’azienda, toccando fattori come l’identità, l’immagine, la notorietà, la riconoscibilità. Secondo la recente indagine dell’agenzia internazionale di pubbliche relazioni Weber Shandwick, dal titolo The state of corporate reputation, il 63% del valore di mercato dell’azienda è infatti attribuibile alla reputazione.

“È vero che queste compagnie ci hanno permesso di volare a basso costo su molte destinazioni per anni, ma – paradossalmente - a quale prezzo?”, conclude Luca Poma: “Il costo basso del biglietto è uno specchietto per allodole, questi comportamenti non creano valore nel medio-lungo termine, anzi, lo distruggono”.