Colletiva logo CGIL logo
Colletiva logo CGIL logo

La protesta

Scuola, sindacati di nuovo in piazza

Foto: MATTEO OI
  • a
  • a
  • a

L'appuntamento è per le 17.30 del 22 giugno a Roma, in piazza Vidoni, dove fino alle 20 le organizzazioni si confronteranno con i rappresentanti delle forze politiche sul rinnovo del contratto, per il quale è necessario l'investimento di ulteriori risorse, la lotta al precariato e il rispetto delle prerogative contrattuali

Sindacati di nuovo in piazza domani, 22 giugno, per ribadire le ragioni della scuola rimaste finora inascoltate. L’appuntamento è per le 17.30 a Roma, in piazza Vidoni, dove fino alle 20 Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snal Confsal e Gilda Unams si confronteranno con i rappresentanti delle forze politiche per rilanciare la discussione su temi che vanno dal rinnovo del contratto, per il quale è necessario l’investimento di ulteriori risorse, alla lotta al precariato, al rispetto delle prerogative contrattuali.

Oltre a rimarcare le loro forti critiche al decreto legge in discussione alle Camere, per il quale hanno sollecitato corposi interventi emendativi, i sindacati chiedono al governo e al Parlamento un cambio di passo sostanziale per riconoscere centralità al sistema scolastico e formativo attraverso investimenti che ne rafforzino la presenza su tutto il territorio nazionale, a partire dalle aree dove maggiore è il disagio socio economico.

Il tema

Scuola, oggi non si lavora

Stefano Iucci e Ivana Marrone

"Affermare la centralità della scuola significa garantire una scuola attenta al dettato costituzionale, democratica e partecipata con un più adeguato riconoscimento di tutte le figure professionali che, rispetto ai Paesi europei e anche agli altri dipendenti della pubblica amministrazione italiana, percepiscono retribuzioni nettamente inferiori", si legge in una nota.

Per i sindacati, "la trattativa per il contratto deve quanto prima entrare nel vivo delle questioni da affrontare, tra le quali il potere di acquisto degli stipendi, la mobilità e le progressioni economiche del personale, su cui è necessario riaffermare la piena competenza del negoziato e respingere incursioni legislative non più tollerabili. Soltanto in questo modo il governo potrà onorare l’impegno, più volte dichiarato, di valorizzare il confronto con le parti sociali".