"Si è svolto oggi l'incontro con l'azienda sul ricorso al contratto di solidarietà, durante il quale l'azienda ha proposto un ulteriore accordo per l'uscita volontaria di 500 lavoratori. Noi non condividiamo la decisione aziendale di procedere a un taglio ulteriore dell’occupazione sullo stabilimento di Melfi. Una riduzione, seppur attraverso le uscite volontarie, rende evidente che siamo di fronte a una messa in discussione delle intese raggiunte al ministero dello Sviluppo economico e del Lavoro che prevedevano l’aumento dei turni di lavoro e nessun esubero strutturale". Lo dichiarano in una nota congiunta Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive per la Fiom e Gaetano Ricotta, segretario generale Fiom Basilicata.

La Fiom ha chiesto all’azienda di sospendere, per un confronto durante il ricorso del contratto di solidarietà, ogni ulteriore intervento di efficientamento che in queste settimane ha determinato un peggioramento delle condizioni di lavoro e di avere una protezione salariale per i lavoratori. Inoltre, vista la motivazione di gestione di una crisi temporanea.

"Riteniamo che si potevano utilizzare gli strumenti straordinari di cassa integrazione messi a disposizione dal Governo per fronteggiare la crisi determinata dal conflitto in Ucraina. L’azienda ha scelto di rimettere in discussione quanto stabilito negli accordi precedenti. Rivendichiamo l’accordo del 25 giugno nel suo complesso, ma le azioni messe in campo dall’azienda preoccupano per la tenuta occupazionale dello stabilimento e dell’intera area industriale", proseguono i due sindacalisti.

La Fiom convocherà le assemblee per discutere con le lavoratrici e i lavoratori quanto sta avvenendo nello stabilimento, nell’area industriale e più in generale nel settore. "Nel contesto in cui ci troviamo, è necessario si apra un confronto, come chiesto unitariamente all’amministratore delegato, che faccia chiarezza sul futuro occupazionale e produttivo dello stabilimento, come di tutto il gruppo", concludono i due dirigenti sindacali.