La prima Conferenza di organizzazione della storia della Cgil si svolge a Roma il 18-20 dicembre 1954. Agostino Novella, allora segretario organizzativo, lancia l’idea delle sezioni sindacali di fabbrica (approvate poi dal Congresso di Roma del 1956) alle quali affidare i compiti del tesseramento, della propaganda, della diffusione delle direttive sindacali e successivamente dell’articolazione rivendicativa.

Nel novembre 1979, la Federazione Cgil-Cisl-Uil, nata nel luglio di sette anni prima, organizza a Montesilvano un importante convegno nazionale di organizzazione, ma per una nuova Conferenza di organizzazione (la seconda) bisognerà attendere il 14-17 dicembre 1983. I temi della democrazia dell’organizzazione e del decentramento sono la risposta confederale alla rottura dei rapporti unitari che sfocerà nel 1984 nell’accordo di San Valentino.

Il 9 novembre 1989 cade il muro di Berlino. Pochi giorni dopo, dal 14 al 16 dello stesso mese di novembre, la Cgil svolge a Firenze la sua terza Conferenza di organizzazione.

La caduta del Muro di Berlino poneva fine a oltre quaranta anni di guerra fredda, innescando un processo di crisi irreversibile dei paesi comunisti dell’Est e della stessa Unione Sovietica, già scossa dalle riforme di Gorbaciov. In Italia la fine del comunismo reale induce il Pci a mutare nome, simbolo e strategia, dando vita al progetto del Partito Democratico della Sinistra (Pds), destinato a subire la scissione “a sinistra” di Rifondazione Comunista.

Anche la Cgil vive un delicato momento di transizione, sollecitata dagli eventi internazionali e nazionali; ma con esiti diversi, avendo avviato un processo di autoriforma già prima della caduta del Muro. La crisi dell’unità con Cisl e Uil, le divisioni sulla scala mobile, il rafforzamento del sindacalismo autonomo, saranno le spie che porteranno la Confederazione di Corso Italia a modificare alcuni aspetti essenziali della sua politica.

Alla Conferenza di programma di Chianciano (aprile 1989) il gruppo dirigente lancerà le due parole d’ordine, “diritti” e “programma”, intorno alle quali costruire la nuova politica rivendicativa, avviando una discussione franca in tema di politica dei redditi, concertazione, riforma del sistema contrattuale, Europa.

I cambiamenti organizzativi non saranno da meno: tra la Conferenza di organizzazione di Firenze (novembre 1989) e il Congresso di Rimini, le tre componenti storiche (comunista, socialista e la Terza componente dei cosiddetti “senza partito”) decideranno di sciogliersi, inaugurando una nuova fase nella storia della Cgil. In questo modo, la dinamica tra maggioranza e opposizione si sarebbe sviluppata all’interno del sindacato non tanto sulla base della vicinanza a un partito o a una coalizione di governo, quanto in virtù della condivisione o meno di un programma di governo dell’organizzazione.

Sul piano rivendicativo, la Cgil accetta di contribuire alla riforma della contrattazione collettiva e di discutere con gli interlocutori pubblici e privati l’introduzione della politica dei redditi attraverso il sistema della concertazione, individuata come il principale strumento per riportare sotto controllo l’esplosione del debito nazionale; entrambi questi temi saranno introdotti con lo storico accordo siglato nel luglio 1993 con il governo Ciampi, evento rivelatosi presto decisivo per il risanamento dei conti pubblici e per l’ingresso dell’Italia nell’Unione europea.

La successiva Conferenza d’organizzazione (la quarta) si terrà a Roma dal 9 all’11 novembre 1993. Il documento finale licenziato proporrà nuove norme in tema di strutture, regole e risorse, allo scopo di favorire la trasparenza dell’organizzazione e la responsabilità dei gruppi dirigenti.

“Un rinnovamento dei gruppi dirigenti della Cgil e del loro metodo di lavoro - diceva del resto Bruno Trentin già nell’aprile del 1989 - è possibile e necessario: io avverto questo problema come il compito principale che mi incombe (…) Ma non aspettatevi da me un rinnovamento degli uomini separato da un rinnovamento delle politiche, del programma, e della strategia della nostra organizzazione. E non aspettatevi da me il ruolo di un mediatore fra fazioni. Sono e rimarrò, credo, fino alla mia morte, uno dei pochi o dei molti illusi che ritengono che il rinnovamento dei gruppi dirigenti cammina con la coerenza delle idee, con l’assunzione delle responsabilità, con il coraggio della proposta e del progetto. E ciò, proprio perché sono convinto che presto o tardi, con la forza delle idee e delle proposte anche le forze culturalmente minoritarie di oggi, se dimostrano coerenza e rigore, possono diventare maggioranza domani ed essere davvero il futuro della nostra organizzazione (…) C’è bisogno, specialmente oggi, di una deontologia del sindacato che dia credibilità e certezze ai lavoratori e che lanci ai giovani che vogliono cimentarsi con questa prova il messaggio che lavorare per la Cgil e nella Cgil non è un mestiere come un altro, ma può essere, può diventare una ragione di vita”.

Sempre a Roma, dal 29 al 31 maggio 2008, si svolgeranno i lavori della quinta Conferenza.

Saranno approvati due documenti - uno politico e uno organizzativo - e verranno delineate le linee della riforma della Cgil, basate da un lato sulla centralità del lavoro e della persona e, dall’altro, sui grandi nodi della democrazia, dell’autonomia, dell’unità e del pluralismo. Temi che saranno, insieme a tanti altri, al centro anche dei lavori di questi giorni.

“I temi dell'inclusione, della partecipazione e della rappresentanza - affermava la segretaria di organizzazione Ivana Galli nel settembre scorso - sono da sempre il fulcro del nostro modo di fare sindacato, sono le parole d’ordine che muovono il nostro agire. In una fase così complessa e delicata quale quella della pandemia da Covid-19 ritengo che sia ancora più importante far riemergere questi valori, riprendere le buone pratiche, imparare anche a declinare questi concetti attraverso mezzi nuovi per dare sempre maggiore concretezza al nostro lavoro. In questi ultimi due anni le lavoratrici e i lavoratori, le disoccupate e i disoccupati, le pensionate e i pensionati, le studentesse e gli studenti, le bambine ed i bambini si sono trovati ad affrontare condizioni difficilissime. Condizioni che sono in continuo mutamento, ma che non torneranno in modo naturale al “prima” e che hanno prodotto nella maggior parte delle persone un grande senso di frustrazione, rabbia, solitudine, paura. Per questo è necessario più che mai uno sforzo di tutta la Cgil, ad ogni livello, per rimettere al centro dell’attenzione i temi di democrazia, partecipazione, rappresentanza. Al centro del dibattito pubblico e al centro delle pratiche della politica, ma anche del nostro agire quotidiano. Perché la rabbia, la paura, la solitudine possono essere combattute solo attraverso una presa in carico collettiva dei problemi e delle soluzioni necessarie a risolverli”.

La penultima conferenza di organizzazione si è tenuta il 17 e 18 settembre 2015 presso l'Auditorium di Roma, il tema allora fu "Contrattare per includere, partecipare per contare".  Infine, da oggi e fino a sabato 12 febbraio, a Rimini il più grande sindacato italiano guarda al domani con l'assemblea organizzativa: "Cgil 2030: il lavoro crea il futuro".

E allora buon lavoro a tutte e a tutti noi, compagne e compagni.