L'Inps ha pubblicato i dati dell'Osservatorio sulle ore autorizzate di cassa integrazione (ordinaria, straordinaria e in deroga) e di assegni dei Fondi di solidarietà relativi al mese di dicembre e all'intero 2021. È così possibile fare un primo bilancio degli effetti dell'emergenza generata dal Covid-19 sul mercato del lavoro italiano e dell'Emilia Romagna nel 2021. In sintesi, l’Osservatorio Inps quantifica il ricorso complessivo nel 2021 in Emilia Romagna a 134 milioni di ore (Cigo - Cigs - Cigd) a cui si aggiungono oltre 77 milioni di ore di assegni dei Fondi di solidarietà, per un totale di circa 211 milioni di ore autorizzate. A livello nazionale, parliamo di un miliardo e 790 milioni di ore autorizzate di Cigo-Cigs-Cigd e oltre un miliardo di ore autorizzate dai fondi di solidarietà.

In Emilia-Romagna le ore autorizzate di Cigo-Cigs-Cigd (134 mln) sono, dopo il drammatico 2020 (294,7 mln), il dato più alto dal 2008 (inizio crisi economica) a oggi. Le ore autorizzate sono cosi suddivise: Cassa integrazione guadagni, 83.533.516 ore di Cigo, in calo rispetto alle 216.876.424 del 2020 (-61,5%), ma ancora molto superiori alle 8.980.082 ore autorizzate nel 2019; 8.230.091 ore di Cigs, in calo rispetto alle 11.776.894 del 2020 (-30,1%); 42.249.312 ore di CigD, in calo rispetto alle 66.054.819 del 2020 (-36%). Fondi di solidarietà, 76.910.360 ore Fis, in calo rispetto alle 118.815.159 del 2020 (-35,3%); 934.334 ore. Altri fondi, in calo rispetto alle 4.258.577 del 2020 (-70,1%)

A livello territoriale, sempre in riferimento ai soli dati della Cassa integrazione guadagni (Cigo+Cigs+Cigd), nel 2021 si sono registrati i seguenti dati: Bologna: 38.065.969 ore, rispetto alle 80.192.361 ore del 2020 (-52,5%); Ferrara: 6.951.528 ore, rispetto alle 15.382.074 ore del 2020 (-54,8%); Forlì-Cesena: 10.292.104 ore, rispetto alle 22.422.483 ore del 2020 (54,1%); Modena: 25.327.016 ore, rispetto alle 62.774.372 ore del 2020 (-59,7%); Parma: 12.451.837 ore, rispetto alle 22.205.410 ore del 2020 (-43,9%); Piacenza: 6.918.354 ore, rispetto alle 14.879.973 ore del 2020 (-53,5%); Ravenna: 8.128.907 ore, rispetto alle 20.212.104 ore del 2020 (-59,8%); Reggio Emilia: 14.590.619 ore, rispetto alle 36.692.508 ore del 2020 (-60,2%); Rimini: 11.286.585 ore, rispetto alle 19.946.852 ore del 2020 (-43,4%).

A questi dati, vanno sommati il settore dell'artigianato e i lavoratori somministrati (non erogati dall’Inps ma dai fondi di solidarietà bilaterali): parliamo in Emilia-Romagna di 60.824 lavoratori coinvolti nel settore dell'artigianato (per ben 15.098 accordi conclusi) e oltre 20.000 lavoratori somministrati coinvolti negli accordi che abbiamo finora sottoscritto (5.413) per accedere agli ammortizzatori sociali.

"I dati rilasciati dall'Inps sono molto utili a comprendere quello che è accaduto nel 2021 - commenta la Cgil regionale -. Dopo un anno drammatico come è stato il 2020, il 2021 ha rappresentato il tentativo di agganciare la ripresa economica, ma anche in Emilia-Romagna le conseguenze dell'emergenza Covid-19 hanno continuato a pesare sia dal punto di vista sanitario che da quello sociale ed economico. Guardando ai dati, c'è una prima osservazione da fare: rispetto al 2020 l'utilizzo degli ammortizzatori sociali è sostanzialmente dimezzato (211 milioni di ore contro le 417 milioni del 2020), ma rimane il dato più alto dal 2008 ad oggi (inizio crisi economica) e lontanissimo dai dati del 2019 (19,4 milioni di ore autorizzate)".

"Osserviamo, inoltre, che la evidente ripresa nei settori manifatturieri è testimoniata dal robusto calo nell'utilizzo della Cigo, mentre diminuisce molto più lentamente l'utilizzo della Cassa in deroga e del Fis, ovvero degli strumenti a disposizione delle imprese dei settori (commercio, turismo, ristorazione, cultura, spettacolo, moda, ecc.) ancora maggiormente esposti alle conseguenze della pandemia", prosegue la Cgil.

"Dal 1° gennaio 2022, sono scaduti tutti gli ammortizzatori straordinari Covid-19 ed è entrata in vigore la riforma degli ammortizzatori: non ci sarà più la Cassa in deroga Covid-19 per questi settori e dovranno utilizzare gli ammortizzatori ordinari. È in grado il sistema di assorbire queste trasformazioni così importanti in una fase in cui la diffusione del contagio è così pressante? Per questo, riteniamo necessario che il Governo debba assumersi la responsabilità di dare risposte a questa fase dell'emergenza, rifinanziando la copertura della malattia in caso di quarantena e mettendo in campo la proroga degli ammortizzatori straordinari Covid-19 per i lavoratori e le lavoratrici che operano nei settori maggiormente in sofferenza”, conclude il sindacato.