L’assemblea organizzativa come opportunità di “consolidare e rilanciare il modello sindacale della Cgil: un modello confederale, solidale e che punta a cambiare in meglio lo stato di cose presenti attraverso la mobilitazione, la contrattazione, l’azione collettiva e la partecipazione”. Così Francesca Ruocco, segretaria organizzativa della Flc Cgil, alla vigilia dell’assemblea organizzativa del sindacato della conoscenza della Cgil che si svolgerà al teatro Vascello, a Roma, il 20 e 21 gennaio.

Quali sono gli obiettivi concreti che vi prefiggete?
Vogliamo rendere la nostra organizzazione sempre più adeguata al tempo presente, proprio per rilanciare il modello sindacale che descrivevo sopra. Un modello di diverso da quello di altre organizzazioni che puntano più sulla tutela dell'interesse del singolo iscritto/a e sull'azione individuale. Dobbiamo essere all’altezza di questa sfida, anche per allargare il perimetro della rappresentatività della Cgil verso quei soggetti che storicamente abbiamo più difficoltà a rappresentare. Penso al lavoro non dipendente, a quello precario in tutte le sue sfaccettature, giù fino agli “ultimi”, gli inoccupati e disoccupati. Tutto questo, ribadisco, all'interno di una confederalità rinnovata e rafforzata, che non svilisca ma anzi valorizzi il ruolo delle categorie. 

Che ruolo ha il territorio in questa strategia che hai declinato?
Fondamentale: serve un equilibrio tra le istante confederali “centrali” e quelle appunto territoriali; le strutture territoriali sono infatti la spina dorsale del tesseramento, delle Rsu e della contrattazione nei luoghi di lavoro. È proprio rafforzando i territori e le delegate e i delegati nei luoghi di lavoro che si rafforzano il nostro insediamento e la nostra rappresentatività.

Quali sono gli appuntamenti più importanti, per la Flc, nel 2022?
La risposta è facile: il tesseramento e il rinnovo delle Rsu previsto per aprile. Pure in questo caso, sono priorità anche confederali. È l’anno della certificazione triennale della rappresentatività che, come è noto, dipende per il 50% dal dato associativo e per l’altra metà dal voto. Sono appuntamenti cruciali per la democrazia e la partecipazione a partire dai luoghi di lavoro: due elementi che rappresentano gli obiettivi fondamentali dell’intera Cgil.

C’è anche il rinnovo contrattuale... a che punto siamo? 
Come abbiamo più volte ribadito – anche con lo sciopero generale dello scorso 10 dicembre – le risorse stanziate in legge di bilancio non ci soddisfano per nulla, in particolare per il settore scuola in cui 87 euro di aumenti sono assolutamente insufficienti.

Come sta influendo il perdurare della pandemia sull’attività sindacale?
Sta complicando notevolmente il lavoro sindacale in tutti i nostri settori, pubblici e privati. Per esempio, i problemi atavici della scuola italiana, come il sovraffollamento delle classi, gli spazi inadeguati, gli organici insufficienti, vengono esasperati dalla pandemia. A questi poi se ne aggiungono di nuovi, non solo dal punto di vista della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Penso a quanto sia faticoso fare sindacato in un momento in cui è difficile mettere in campo tranquillamente azioni e iniziative in presenza. È vero, fortunatamente ci sono gli strumenti digitali, ma il rischio di un ripiegamento e di un’individualizzazione che disabituano ad agire e partecipare collettivamente è sempre in agguato.

Tesseramento e campagna per le Rsu stanno risentendo di questa situazione?
Il tesseramento no. Siamo riusciti a spostare tutta l’attività a distanza. Per le elezioni delle Rsu invece qualche difficoltà c’è stata e c’è: dalla raccolta delle firme per i candidati fino all’incertezza rispetto a quale situazione ci sarà quando si andrà alle urne in primavera. Anche organizzare l’assemblea organizzativa nazionale – che sarà mista, parte in presenza e parte a distanza – non è stato proprio facile. Fortunatamente le assemblee territoriali siamo riusciti a farle in presenza. E non è poco, perché è lì che si è svolta la gran parte della discussione e dell’elaborazione dei temi.