Seconda tappa della campagna di assemblee territoriali regionali “Safety car”, organizzata dalla Fiom Cgil per denunciare le gravi difficoltà del settore dell’automotive. Dopo i quadri e i delegati della Toscana, giovedì 13 gennaio tocca a quelli del Veneto: l’appuntamento è alle ore 10 presso il Centro congressi Cardinale Urbani di Zelarino (Venezia). Partecipano Simone Marinelli (coordinatore nazionale automotive Fiom Cgil), Antonio Silvestri (segretario generale Fiom Cgil Veneto), rappresentanti degli stabilimenti dell’automotive del Veneto e i segretari generali delle Fiom territoriali.

“Un’iniziativa necessaria – spiega la Fiom Veneto – per fare il punto di un settore in profonda trasformazione, ma anche per immaginare e decidere che tipo di risposta dare a un governo che nega qualsiasi confronto sulla crisi e sulla trasformazione del settore”. L’automotive è un settore importante per l’industria veneta, basti pensare che le ore lavorate equivalgono a poco meno di 60 mila lavoratori a tempo pieno (tra quelli impiegati nella costruzione di autoveicoli e motocicli, ma anche nella componentistica, nella manutenzione e commercializzazione).

“La trasformazione del settore automotive non sarà neutra e non sarà indolore”, commenta il segretario generale della Fiom Cgil regionale Antonio Silvestri, ricordando le vertenze di “importanti aziende del comparto: la Gkn, la Timken, la Giannetti Ruote, la Caterpillar, oltre al caso che ci riguarda da vicino, la Speedline di Santa Maria di Sala, il cui esito, nonostante l’importante risultato del ritiro della decisione di chiusura da parte della multinazionale Ronal, non è ancora scontato”.

Silvestri evidenzia che sull’automotive “si sta consumando una tempesta perfetta. Da un lato, le risorse messe in campo a livello globale stanno accelerando la transizione ecologica e digitale, e le aziende che non hanno saputo o potuto adeguarsi proveranno a scaricare sui lavoratori il peso delle ristrutturazioni e delle delocalizzazioni. Dall’altro, la ripartenza produttiva dopo i lockdown e la speculazione sui prezzi ha comportato la penuria delle materie prime e della componentistica indispensabili alla produzione e, quindi, il ricorso agli ammortizzatori sociali anche in realtà produttive cariche di ordini”.

Per il segretario generale della Fiom Cgil Veneto, dunque, serve “ripensare a quale sarà l'auto del futuro e quale sarà la mobilità del futuro, investendo concretamente su questo. È necessario un vero e proprio ‘piano straordinario dell’automotive’, con un rinnovato ruolo pubblico d’intervento diretto al sostegno e all’indirizzo del settore, che garantisca e favorisca la transizione all’elettrico”.