“Il Governo Draghi e la sua maggioranza, nessuno escluso, sottraggono ulteriori risorse dai fondi sequestrati dalla Procura di Milano ai Riva, portandole a 575 milioni di euro, a fronte di 1.157 milioni di euro”. A dirlo è la Fiom Cgil di Taranto, commentando il decreto Milleproroghe per le Acciaierie d'Italia. “Già nel 2018 avevamo denunciato questa condizione che favoriva di fatto la multinazionale a discapito del territorio ionico”, spiega la nota: “Nello specifico, le bonifiche previste per il territorio ionico dovevano essere realizzate con parte delle risorse destinate agli investimenti ambientali non direttamente ascrivibili all'affittuario”.

Con il decreto Milleproroghe, illustrano il segretario generale Fiom Giuseppe Romano e il segretario Fiom Francesco Brigati, ancora una volta “si è intervenuto con l’aumento delle risorse messe a disposizione della multinazionale, in questo caso per la realizzazione del processo di decarbonizzazione, ma nel contempo permane una condizione d'incertezza in merito al piano industriale, occupazionale e ambientale”.

La Fiom denuncia di assistere da mesi “a continui annunci d'investimenti di miliardi di euro senza uno stralcio di piano, soprattutto in assenza di una copertura finanziaria per la realizzazione dei progetti necessari alla transizione ecologica dello stabilimento siderurgico”. La Federazione, inoltre, afferma che “nei pochi incontri avuti con il ministero dello Sviluppo economico ha appreso di progetti presentati alla Comunità europea. Quest'ultimi, mai resi pubblici alle organizzazioni sindacali, sarebbero necessari a reperire le risorse previste dal Pnrr”.

Per i metalmeccanici Cgil “è del tutto evidente che il Governo Draghi continua a non avere un'idea ben precisa sul futuro produttivo di Taranto, soprattutto continua a fare annunci su importanti investimenti per il processo di transizione ecologica senza coperture finanziarie. Ora è il tempo di fare chiarezza sulla vertenza ex Ilva, sulle bonifiche e sulla riqualificazione del territorio ionico, costretto a pagare in termini sia ambientali sia occupazionali”.