Cgil nazionale e Fondazione Di Vittorio promuovono per oggi, martedì 2 novembre, un convegno dal titolo: “Salari e occupazione in Italia”, in diretta su Collettiva.it a partire dalle ore 10. L’iniziativa sarà l’occasione per presentare un Rapporto curato dal ricercatore della Fdv, Nicolò Giangrande. Si tratta di uno studio con respiro europeo, ovvero un confronto tra i livelli salariali e occupazionali italiani e quelli degli altri paesi del continente.

Il contesto è naturalmente quello dell’emergenza pandemica, che ha innescato tre tipi di crisi che si sono manifestate contemporaneamente: emergenza sanitaria, sociale ed economica. Il convegno sarà introdotto dal Presidente della Fondazione Fulvio Fammoni e si articolerà con gli interventi di Gianna Fracassi, vicesegretaria generale della Cgil, Michele Raitano, professore di Politica economica alla Sapienza Università di Roma, Andrea Ricci, dirigente di ricerca Inapp e Tania Scacchetti, segretaria confederale della Cgil.

Sono tante le novità contenute nella ricerca che affronta il problema della dinamica dei salari e delle tendenze del mercato del lavoro italiano in relazione al resto d’Europa. Il primo elemento che spicca dalla ricerca riguarda le notevoli differenze tra la situazione del nostro Paese e quella del resto d’Europa. Per quanto riguarda il livello dei salari, “il calo è generale e riguarda tutta Europa – dice Fulvio Fammoni – ma in Italia è stato più forte (l’andamento più grave della pandemia in Italia nel 2020 da solo non giustifica)".

Nell’Eurozona la massa salariale è calata del -2,4%; in Italia del -7,2%. Le misure di sostegno hanno attutito in parte questa dinamica, in particolare per un ruolo molto positivo dei sostegni decisi (+17,3 miliardi di euro rispetto al 2019) e sull’occupazione (Eurozona -1,3% e Italia -1,7%) per la funzione positiva del blocco dei licenziamenti e il collegato uso così ampio della cassa integrazione.

Per i salari italiani un altro record negativo riguarda l’addensamento nelle basse qualifiche professionali, nei due raggruppamenti più bassi della distribuzione dell’occupazione dipendente per gruppi professionali, l’Italia ha il 34% degli occupati contro il 27,8% dell’eurozona. Dati preoccupanti anche quelli sull’occupazione e sul confronto tra i diversi tipi di mercato del lavoro.

In sintesi: 3 milioni di precari, 2,7 milioni di part-time involontari, 2,3 milioni di disoccupati ufficiali (dalla Fondazione Di Vittorio stimati in quasi 4 milioni come disoccupazione sostanziale), mentre il décalage salariale che comunque è previsto in strumenti preziosi di tutela, come gli ammortizzatori sociali, propone uno spaccato davvero troppo alto, ingiusto e insostenibile, di lavoro povero che riguarda il nostro Paese.

Per la vicesegretaria generale della Cgil Gianna Fracassi e la segretaria confederale Tania Scacchetti, intervenute all'iniziativa: “I dati rilevati dalla FDV, nonostante la loro drammaticità, evidenziano un aspetto molto importante: la straordinaria azione svolta dalla contrattazione nazionale per la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori e per i loro diritti. Questo ci indica che la contrattazione va rafforzata fino ad arrivare ad una legge sulla rappresentanza che metta fuori gioco i contratti pirata”. Le due dirigenti sindacali indicano poi alcune priorità: “Rispetto alla legge di Bilancio e al Pnrr abbiamo bisogno di misurare concretamente gli investimenti che permetteranno la creazione di nuova occupazione. Un’occupazione che dovrà essere di qualità poiché non esiste nessuna ripresa senza un lavoro di qualità, elemento fondamentale anche per un modello di sviluppo diverso. Infine, nessun arretramento sulla revisione delle protezioni sociali, va completata la riforma degli ammortizzatori sociali, rendendo il sistema universale".
 

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La relazione introduttiva di Fammoni