Clima teso al tavolo tra il premier Draghi (che ha lasciato l'incontro per un altro impegno) e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Landini Sbarra e Bombardieri. Il confronto è proseguito con i ministri Brunetta, Franco e Orlando.

La manovra al centro del confronto non raccoglie il favore dei sindacati mentre sulle pensioni, come largamente atteso, il dialogo si è tradotto in una sorta di braccio di ferro. Al centro il no delle tre sigle sindacali ad un ritorno alla legge Fornero seppure dilazionata negli anni; no a quota 102, sì invece ad un pensionamento flessibile dai 62 anni di età con 20 anni di contribuzione minima.

 


"Di accordi non ce ne sono stati. Abbiamo chiesto delle risposte al governo e ad oggi non ce le ha date: ci ha ribadito che il perimetro della manovra è quello presentato, con 600 milioni di spesa per la riforma delle pensioni, ma con tale cifra non fai una riforma degna di questo nome". Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini al termine dell'incontro con il governo.

"Ci hanno confermato - ha proseguito il numero uno di Corso Italia - che allo stato quelle sono le decisioni prese e giovedì dovranno discutere. Noi abbiamo reso esplicito il nostro giudizio: il governo deve investire sul mondo lavoro e non contro. Se la decisione del governo confermerà questa impostazione - ha concluso - è chiaro che nei giorni successivi dovremo valutare quali iniziative mettere in campo per portare a casa risultati per i giovani e il Paese".