Metti una notte di guardia compagne e compagni della Cgil. Metticeli dopo un raid fascista nella sede nazionale di Corso Italia. Mettili davanti alla loro Casa, alla Casa del Lavoro. Sentirai l’orgoglio, l’energia, la rabbia che si respirano. Li avvertirai nell’aria fredda delle lunghe ore che precedono l’alba. Tra mezzanotte e le 6, il primo turno, al quale seguiranno gli altri tre, per tornare di nuovo a mezzanotte. Ogni giorno. Lo ha deciso l’organizzazione subito dopo l’attacco. Un modo concreto per difendere il palazzo, ma anche per raccogliere la spinta ideale, la volontà di rendersi utili di tante compagne e tanti compagni che hanno pianto e stretto i pugni quando hanno visto quel letto di vetri, computer rotti, librerie rovesciate, quadri sfregiati, bandiere a terra. E si sono precipitati a Corso Italia seguendo l’istinto e il cuore ancor prima che la ragione.

In queste lunghe ore di guardia c’è l’intima promessa che ciascuno di noi fa alla luna... mai più, non accada mai più. E non ci sono segretari generali, responsabili o delegati, giornalisti, videomaker, uffici stampa. Non ci sono categorie. Ci sono solo compagne e compagni mossi da uno spirito di militanza, a dividere la notte e il pane, l’alcol per scaldarsi e i racconti per tenersi svegli.

E allora vedrai quante storie escono fuori. Quel vecchio compagno diventato segretario della Fiom in provincia, che ormai non c’è più ma tutti se lo ricordano ancora. Quel giorno che mi chiesero se volevo dare una mano e avevo solo vent’anni e non sapevo che alla fine sarei rimasto per sempre nel sindacato. Quell’anno che in questi corridoi ci passai la vita, su e giù con il telefono incollato all’orecchio, perché qui dove siete voi ora c’era il mio dipartimento. Quel giorno che il padrone mi disse così e decisi che avrei fatto il delegato.

C’è spazio per tutto. I ricordi, la musica, Bruce Springsteen, Obama, Papa Francesco, Ian Fleming e 007, il tuo regista preferito, film, attrici e attori, supereroi, serie, libri, teorie. Qualcuno alle 3 e mezza di notte ha il coraggio di parlare del Crea, con gli occhi che brillano come si parlasse di una finale di coppa del mondo.

E a un certo punto, camminando per i corridoi silenziosi, sotto lo sguardo severo delle statue e dei ritratti, ti rendi conto che adda passà a nuttata, ma quella notte invece vorresti non passasse mai. Ecco cosa succede se metti una notte di guardia compagne e compagni della Cgil davanti alla loro Casa.