I lavoratori delle farmacie private parlano del rinnovo contrattuale: l'ipotesi di accordo è arrivata lo scorso 11 settembre, e riguarda circa 60.000 lavoratori dislocati in 18.000 esercizi. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno siglato il testo con Federfarma, un rinnovo mancava da otto anni (qui i dettagli). Due sono gli elementi principali: la valorizzazione delle professionalità e la sanità integrativa, che si aggiunge all'aumento salariale. Diamo voce, come detto, direttamente alle persone che operano nelle farmacie.

Vania Taglioli è una farmacista di Prato: "Sono molto contenta. Non avere un contratto per otto anni, con lo stipendio fermo, non è stato piacevole", esordisce. Questo soprattutto alla luce del nuovo impegno che è stato chiesto ai lavoratori, spesso sfiancante, perché in prima linea contro il Covid. Ma è uno sforzo che viene da lontano: "I servizi all'interno delle farmacie sono aumentati anche prima della pandemia - spiega Taglioli -: abbiamo avuto l'incremento del Cup e i presidi contro il diabete, in generale tutti i presidi sono stati gradualmente spostati sulle farmacie private. Molte attività si sono aggiunte alla tradizionale somministrazione del farmaco".

Poi con l'arrivo del Covid tutto è cambiato: "Abbiamo dovuto affrontare anche le paure dei pazienti, lavorare con mascherine, visiere e guanti, con tanto di plexiglass. Siamo arrivati a fine turno spesso stremati. Senza parlare dei tamponi e dei vaccini: il farmacista non è preparato a fare punture, ci hanno preso alla sprovvista, quindi abbiamo fatti corsi online per imparare a vaccinare. A questo si aggiunge, naturalmente, il contatto quotidiano con possibili positivi. Insomma è stata una situazione assolutamente non facile".

Il rinnovo arriva dunque come giusto riconoscimento: "Tornare al tavolo delle trattative è stato molto positivo, perché ha visto il riconoscimento delle nostre nuove mansioni - conclude -. Poi c'è l'istituzione del comitato Covid che nelle farmacie più piccole spesso mancava".

A ribadire gli stessi concetti è Maurizio Fantoni, farmacista di Milano: "Da lavoratore sono lieto di avere finalmente un contratto rinnovato, lo aspettavo da otto anni", afferma. "Per capire questa intesa bisogna contestualizzarla: ricordiamoci da dove siamo partiti, da quasi dieci anni non c'era il rinnovo. E ricordiamo le posizioni della controparte, che probabilmente non l'avrebbe rinnovato neanche per i prossimi otto. Aver firmato è senza dubbio positivo".

Nel testo dell'accordo i risultati sono arrivati: "Sui diritti abbiamo guadagnato qualcosa - continua Fantoni -, sono state inserite figure professionali che prima non c'erano, determinate dalla situazione di pandemia. È stato preso atto che le farmacie stanno cambiando: sta prendendo piede la farmacia dei servizi, le vecchie figure troppo rigide erano ormai superate". 

Federico Antonelli è il funzionario della Filcams Nazionale che ha seguito la trattativa. "L'accordo risponde alle nuove esigenze del settore - dice -. Prima di tutto c'è il tema della professionalità, con l'introduzione di un livello intermedio tra il direttore e il farmacista, per esempio chi gestisce i servizi di diagnostica. Arriva uno step di professionalità in più che prima non veniva riconosciuto. C'è poi l'aumento salariale medio di 80 euro - prosegue -, a cui va aggiunta l'elemento della sanità integrativa, che prima nel settore non c'era, portando quindi l'aumento a 93 euro". Inoltre al farmacista vaccinatore viene riconosciuto un compenso pari a 2 euro a vaccinazione, o in alternativa 200 euro all'anno: è la prima volta che viene accordato un importo per la prestazione professionale. 

Tutti dunque sono concordi sull'importanza del contratto, atteso da così tanto, e sul buon esito delle trattative. "All'aumento si sono aggiunti due elementi importanti di prospettiva - aggiunge il sindacalista -: le nuove professionalità e la previdenza integrativa. Nascono inoltre i comitati per la salute e sicurezza sui temi del Covid. Le novità - in definitiva - sblocano il settore e danno il senso di un percorso intrapreso con prospettive importanti". 

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Riguarda quasi 60.000 addetti dei circa 18.000 esercizi esistenti. Ad otto anni dalla scadenza, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs siglano con Federfarma l’ipotesi di accordo, che punta a valorizzare le professionalità, oltre a riconoscere un giusto adeguamento salariale
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