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Il minidoc

I lavoratori si riprendono la piazza

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La giornata di mobilitazione dello scorso 26 giugno ha visto convergere a Torino i manifestanti del Nord Italia. In dodici minuti ricordi, colori ed emozioni di una giornata indimenticabile vista dagli occhi di un operaio

Salvate l’operaio Gullo. Verrebbe da storpiare un celebre titolo cinematografico per filtrare, almeno un po’, tutta la realtà di questo minidoc emozionale, in cui un grande fratellino segue un lavoratore e delegato sindacale dell’hinterland torinese e racconta, in 12 minuti, il giorno del ritorno alle grandi proteste di piazza, dopo oltre un anno di cattività sociale imposta dal Covid.

Torino, 26 giugno 2021, tappa settentrionale della mobilitazione Cgil, Cisl e Uil, che si celebra in contemporanea anche al Centro Italia a Firenze e al Sud a Bari. Sul palco di piazza Castello è atteso Maurizio Landini, che si prenderà la scena negli ultimi fotogrammi, incorniciati dalla commozione del nostro protagonista e dalla pelle d’oca che mostra alla telecamera.

E, come spesso accade, le ultime parole, pronunciate dal segretario generale della Cgil, quel richiamo ancestrale alle origini e alle ragioni dell’esistenza stessa del movimento sindacale, “nessuno si salva da solo”, diventano il sottotitolo della nostra storia e il colore più marcato di questo cortometraggio.

Perché questo film non parla di Antonio Gullo, lavoratore della Lear di Grugliasco, indotto automotive, ma parla di tutti i lavoratori, negli ultimi giorni di vigenza del blocco dei licenziamenti, un freno a mano sociale tirato sul ciglio di un piano inclinato che non sappiamo fino a che punto potrebbe spingerci in giù.

Lo dice Gullo, mentre cammina impaziente verso la piazza e la protesta, lungo via Cernaia: “Se sbloccano i licenziamenti a noi della Lear ci ammazzano. Sempre perché in questo Paese il livello di competizione si gioca sui salari dei lavoratori, non sulla qualità e professionalità del loro lavoro”.

Una considerazione amara per questo delegato Fiom di fabbrica. Una fabbrica d’élite che si è fatta un nome e un prestigio nella produzione di sedili, prima di questi ultimi anni di vita amarissimi, costellati da centinaia di esuberi.

È il lavoro che se ne va, accelerato dalla crisi del 2008, moltiplicata, nella città che fu capitale della Fiat, dal crollo del gigante. Colpita, è storia recente, quando già era a terra, dalla pandemia.

È per riconquistarlo, questo lavoro, che l’esercito di lavoratori sbarca di nuovo in piazza, come fosse una Normandia sociale. Anche queste immagini, in fondo, sanno un po’ di D-Day.

“Questa volta vinciamo noi, siamo stufi di pareggio, finalmente ci riprendiamo la piazza”, è una delle frasi che sentiamo rivolgere al protagonista del minidoc. Tutti a Torino dal nord Italia, da Milano, da Udine, da Aosta e da mille altre città, fabbriche, negozi, scuole, ospedali e luoghi di lavoro. Tra ironia, rabbia e canti di lotta, la storia sono loro, sono loro “bella ciao che partiamo”.

Sono loro, Antonio Gullo e tutti gli altri, che oggi si riprendono la piazza e domani si riprenderanno il lavoro e i diritti, come è sempre stato.

(testo di Giorgio Sbordoni - foto di Marco Merlini)