"Nella mattinata di oggi, 8 luglio 2021, nel procedimento per truffa e sfruttamento lavorativo nei confronti delle società cooperative Nuovi Angeli e Angeli Azzurri e dei loro rappresentanti legali e collaboratori si sono costituite parte civile la Camera del lavoro Metropolitana – Cgil di Bologna, nella persona del suo segretario generale Maurizio Lunghi, nonché diversi lavoratori addetti al lavoro domestico vittime dei reati contestati dalla Procura della Repubblica di Bologna". Ad annunciare la notizia, oltre alla Cgil di Bologna, le categorie sindacali Filcams Cgil, Fp Cgil, Spi Cgil e il Centro lavoratori stranieri che, almeno negli ultimi tre anni, hanno accolto le denunce di decine di lavoratrici e di famiglie di anziani presso cui le lavoratrici erano impiegate in qualità di assistenti familiari.

"Secondo il racconto delle lavoratrici e delle famiglie - si legge nella nota - la titolare della cooperativa alle cui dipendenze erano impiegate le badanti – oggi imputata per i reati di sfruttamento del lavoro, truffa ed evasione contributiva – si era resa responsabile di aver creato un sistema atto a far lavorare le dipendenti in un contesto degradato e privo di tutele, nella violazione completa delle leggi a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, nonché di non aver corrisposto le dovute retribuzioni, omettendo i versamenti fiscali e contributivi, e nel contempo senza fornire le prestazioni assistenziali che le famiglie avevano invece anticipatamente pagato.

Per evitare, a suo parere, di incorrere in pericolosi obblighi di legge, inoltre, la titolare era solita cambiare sovente la ragione sociale della cooperativa o dell’agenzia per cui lavoravano le donne, la maggioranza delle quali straniere. Ognuna di loro, assistite dagli avvocati Clelia Alleri, Bruno Laudi e Gian Andrea Ronchi, sta ancora aspettando, oltre al trattamento di fine rapporto, diverse mensilità, contributi e versamenti fiscali. La somma totale delle pendenze ammonterebbe a oltre mezzo milione di euro.

Siamo di fronte all'ennesima vicenda dove emerge lo sfruttamento di lavoratrici e lavoratori e il conseguente reato di "caporalato", agito attraverso la creazione di finte cooperative, che nulla hanno a che vedere con le finalità mutualistiche previste dalla legge, oltre alla creazione di società fittizie o di comodo.

A ciò si aggiunge il grave fenomeno delle truffe a danno delle famiglie che richiedono attività di assistenza, esposte a tali inaccettabili abusi in ragione della condizione di bisogno e fragilità.

La Cgil e, attraverso essa, le proprie strutture e categorie direttamente interessate - si legge nel comunicato - si è costituita parte civile nel processo a fianco delle lavoratrici. L'organizzazione sindacale è essa stessa danneggiata dal reato. I comportamenti e i fatti contestati agli imputati in questo processo evidenziano un quadro totalmente in contrasto con quanto messo in campo dalle organizzazioni sindacali, in tutti questi anni, anche nel territorio bolognese, per contribuire a sviluppare un adeguato sistema socio-assistenziale, sia per quanto attiene il ruolo del pubblico che del privato sociale, e assicurare alle lavoratrici e lavoratori il giusto riconoscimento dei diritti e condizioni di lavoro dignitose, in un quadro di piena legalità.

La Cgil di Bologna auspica che venga resa giustizia sulla complessa vicenda, risarciti i danni subiti dalle lavoratrici e dalle organizzazioni sindacali, anche al fine di contribuire a debellare un sistema che ha prodotto danni enormi al settore, a chi vi lavora ed alle famiglie di persone fragili".