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La protesta

Energia-gas: il 30 giugno è sciopero nazionale

Manifestazione Eni e Saipem © Marco Merlini S. Donato Milanese 17 dicembre 2015 Manifestazione-presidio nazionale dei lavoratori del Gruppo Eni e della società Saipem davanti alla sede Eni
Foto: Marco Merlini
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Filctem Cgil, Femca e Flaei Cisl, Uiltec Uil: "Cancellare l'articolo 177 del Codice degli appalti, una norma che avrà ricadute drammatiche di personale nelle aziende dei due comparti, con una prospettiva che segnerà la perdita di quasi 150 mila posti di lavoro"

"Quello del 30 giugno sarà uno sciopero necessario. L’articolo 177 del Codice degli appalti deve essere cancellato, come è ormai noto la sua applicazione obbligherà le aziende concessionarie a esternalizzare l’80% di tutte le attività, anche nei casi in cui vengano svolte dal proprio personale. Una norma che avrà ricadute drammatiche di personale nelle aziende elettriche e del gas, con una prospettiva che segnerà la perdita di quasi 150 mila posti di lavoro se non si interverrà immediatamente". Così Filctem Cgil, Femca e Flaei Cisl e Uiltec Uil in un comunicato unitario.

"Il rischio è la desertificazione e destrutturazione dei servizi pubblici essenziali, lo smembramento delle aziende più importanti che finora hanno garantito un’attività altamente qualificata, la destrutturazione dei contratti nazionali. A perdere il lavoro saranno quelle persone che hanno aiutato il Paese nel momento più buio, garantendo durante la pandemia la piena efficienza dei servizi elettrici e del gas", proseguono le sigle di categoria.

Per questo motivo, le organizzazioni sindacali hanno proclamato lo sciopero nazionale e presìdi delle lavoratrici e dei lavoratori davanti alle prefetture di tutta Italia il 30 giugno, nel pieno rispetto delle regole di distanziamento. I segretari generali di Filctem, Femca, Flaei, Uiltec, rispettivamente Falcinelli, Garofalo, Testa e Pirani, parteciperanno al presidio che si svolgerà dalle 9.30 in poi, in piazza Santi Apostoli, a Roma. Sarà la nostra ripartenza per il bene dell’Italia e del mondo del lavoro", chiudono i quattro dirigenti sindacali.