La Fiom di Roma e del lazio questa mattina, nell'ambito della mobilitazione per la sicurezza, ha organizzato un presidio davanti al palazzo della Regione, al quale era presente anche la segretaria generale della Fiom, Francesca Re David. "In questi mesi terribili di pandemia, di tante vittime da Covid e di crisi sociale ed economica - si legge nella nota sindacale - il paese ha pagato un prezzo enorme. Ai morti dovuti alla pandemia, alle tante emergenze non affrontate dagli ospedali saturi che porteranno altre criticità, si è aggiunto – appena riprese le attività lavorative – un rapido aumento di morti e infortuni sul lavoro".

Al centro del presidio il tema degli appalti, strettamente connesso alla questione della sicurezza, di grande attualità in queste ore in cui il dl Semplificazioni è al centro del dibattito. Su questo si concentra la dichiarazione di Francesca Re David.

 

"Un dato inaccettabile che dimostra ancora una volta che il lavoro oltre a pagare economicamente la crisi, la paga anche in termini di vite umane. Tante donne e uomini esposti nel sostenere il Paese in una fase difficilissima non possono e non devono lavorare rischiando la vita".

"La crisi e poi la ripartenza per i finanziamenti ingenti che arriveranno e con essi i tanti lavori e investimenti, rischiano in questo contesto di essere un ulteriore elemento di pericolo fortemente sottovalutato dalla politica e dalle istituzioni.

Tutti discutono di come “snellire” le procedure per gli appalti, di come togliere “lacci e lacciuoli” al Paese che deve ripartire. Ma è evidente che dietro queste discussioni si nasconde la voglia di attenuare le leggi e i controlli sul lavoro e sulla sicurezza.

La Fiom Cgil di Roma e del Lazio - continua la nota - al contrario pensa che sia sbagliato e inaccettabile e, invece di continuare a picconare la normativa a tutela dei lavoratori, ritiene che debbano essere decisamente rafforzati i controlli e le ispezioni nei luoghi di lavoro.

Già oggi malgrado l’attuale impianto normativo a tutela dei lavoratori e nonostante gli oltre 1000 morti ogni anno sul lavoro è molto raro che un’azienda sia oggetto di controllo da parte di un servizio ispettivo il che rende, di fatto, inattuata buona parte della normativa stessa. È anche a causa di questa forte debolezza nel sistema di vigilanza che molte aziende si sentono di poter serenamente non rispettare le leggi sulla salute e sicurezza.

È proprio da questo connubio fatto di assenza dei controlli ispettivi e una diffusa e consolidata mentalità padronale presente nel nostro paese e in particolar modo in contesti di appalto e sub appalto, che poi si determinano le condizioni per gli infortuni, le morti e le malattie professionali sul lavoro. In una realtà come quella descritta, che ogni giorno vede contare morti sul lavoro, semplificare ulteriormente le regole sul lavoro è un gravissimo errore che contrasteremo con forza".