In Trentino negli ultimi dodici mesi le assunzioni si sono ridotte di 32mila unità e il saldo occupazionale, cioè la differenza tra rapporti di lavoro attivati e cessazioni, si attesta a -17.629. Per Cgil, Cisl e Uil “sono cifre da far tremare i polsi quelle che emergono dall’ultima nota mensile sull’occupazione locale elaborata da Agenzia del Lavoro”, perché vuole dire che tra gennaio e dicembre si sono perse oltre 17mila posizioni lavorative.

“Un dato così negativo – proseguono - non si è registrato nemmeno dopo la grande recessione seguita alla crisi economia 2007, né quando le misure di austerity dell’Unione europea hanno imposto una forte frenata all’occupazione anche in Trentino”.

“Siamo di fronte ad una situazione drammatica – ammettono i segretari generali di Cgil, Cisl Uil, del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Il calo di assunzioni incide pesantemente nel comparto del turismo e dei pubblici esercizi a causa del blocco della stagione invernale. Ma anche il settore industriale e manifatturiero ha visto una riduzione delle assunzioni e un saldo negativo, coinvolgendo in particolare i contratti a termine e quelli in somministrazione. E questo vuol dire che la crisi sta colpendo lavoratori più fragili”.

I sindacati chiedono quindi alla Provincia di non perdere tempo: “Subito rilancio della crescita, politiche attive e sostegni al reddito per i lavoratori rimasti a casa”.