Dopo una serrata trattativa è stato firmato il rinnovo del contratto nazionale dei 120 mila lavoratori delle telecomunicazioni. “Un ccnl importante, che regola l'attività di un settore strategico per lo sviluppo del Paese e per la gestione dei processi di digitalizzazione”, commentano Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil. L'aumento medio è di 100 euro, che “assicura un adeguato livello di redistribuzione della produttività del settore”. L’accordo ha riguardato anche la parte normativa, che vede “un deciso rafforzamento delle tutele dei lavoratori e dei diritti delle persone”.

Il rinnovo è “una buona notizia per i lavoratori e le lavoratrici occupati nel settore e per il Paese”. Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, evidenziando “l'aumento medio mensile di 100 euro a regime, i nuovi strumenti e percorsi per la riqualificazione delle competenze, le nuove normative in termini di welfare e le nuove tutele per tutte le forme di lavoro, compresa la qualificazione del secondo livello di contrattazione”.

Il leader sindacale sottolinea che “rinnovare il contratto nazionale in questa drammatica situazione che vive il Paese è una scelta che qualifica la funzione delle parti sociali”. Ed è importante per altre due ragioni: “Si riconosce – conclude Landini – il ruolo fondamentale che svolge il lavoro per contrastare la diffusione della pandemia fino a sconfiggere il virus. Si investe sul lavoro delle persone e sulla coesione sociale per costruire un nuovo modello di sviluppo e per dare un nuovo futuro al Paese”.

Entrando nel merito dei contenuti, in primis va rimarcata la creazione di un Fondo di solidarietà bilaterale di settore, attraverso il quale si potranno gestire i processi di riqualificazione e di ammodernamento delle competenze, accompagnando e integrando i nuovi strumenti di politica attiva del lavoro garantendo la maggiore occupabilità possibile. “Il ccnl – proseguono i sindacati – scommette ancora sull’unicità della filiera e sulla tenuta complessiva di un settore composito che vede, soprattutto negli appalti di call center e di rete, gli elementi di maggiore complessità che occorre portare sempre di più a un livello di industrializzazione tale da permettere di tutelare persone e lavoro”.

Quello delle telecomunicazioni è “ormai un settore di frontiera – argomentano Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil – nel quale si stanno concentrando tutti i cambiamenti organizzativi legati ai processi di digitalizzazione, esasperati peraltro dall'attuale crisi pandemica”. Il rinnovo prova a fornire “uno strumento che sappia regolare i processi di remotizzazione del lavoro, nonché un adeguamento normativo a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori in termini di welfare. Processi che cambieranno sempre più il rapporto fra persone, luoghi e tempi di lavoro. Questi cambiamenti potranno davvero essere una opportunità per tutti se opportunamente governati e condivisi”.