Sciopero dei lavoratori della Sicor di Rovereto dopo la disdetta del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici deciso unilateralmente dall’azienda ora proiettata verso i soli contratti individuali. Dura la condanna della Fiom Cgil trentina, che, unitamente alla Uilm, denuncia la perdita di ogni diritto: dai minimi sindacali alla malattia, dall’infortunio ai permessi, dall’orario di lavoro all’iscrizione al sindacato.

Una circostanza che non ha precedenti in Trentino, dove sindacati, parti datoriali e istituzioni hanno sempre lavorato insieme per mantenere la pace sociale, come ci spiega Aura Caraba, funzionaria della Fiom Cgil di Trento, la quale parla di una scelta che “ha preso tutti in contropiede e che nessuno si sarebbe mai immaginata”.

Il comportamento della parte datoriale punta alla demolizione di un pilastro del lavoro quale il contratto collettivo nazionale. Un modo di procedere che non fa certo il paio con quello dei sindacati, i quali avevano interrotto ogni tipo di mobilitazione in attesa delle elezioni per la Rsu e per percorrere la via del dialogo sull’iniziativa unilaterale intrapresa da Sicor per la cancellazione del salario integrativo, con un taglio netto sugli stipendi dei lavoratori.

Anche la decisione di recedere dal contratto nazionale è stata presa in solitaria con una comunicazione via Pec dell’amministratore delegato, Massimo Santambrogio, a sindacati e Confindustria, subito dopo il voto dei rappresentanti dei lavoratori.  “Ieri pomeriggio (24 settembre), appresa la notizia, abbiamo parlato subito con i dipendenti – racconta Caraba -  e abbiamo chiesto un incontro con Santambrogio.  I rappresentanti di fabbrica lo hanno incontrato e si sono sentiti dire che il contratto collettivo nazionale dell’industria non ci sarà più, che si affideranno a un’altra associazione datoriale diversa da Confindustria e che non ci sarà più dialogo con i sindacalisti”, intesi come rappresentanti delle sigle confederali.  “Lo scorso venerdì – prosegue – l’amministratore delegato ha chiamato alcuni impiegati non iscritti al sindacato per chiedere loro di iscriversi alla Cisal (la Confederazione italiana sindacati autonomi lavoratori) e questo significa che il progetto è già stato ben delineato”.  

Oggi (venerdì 25 settembre) è stato subito dichiarato lo sciopero di otto ore, i lavoratori del primo turno hanno aderito tutti in massa e alcuni di loro si sono recati davanti alla sede della provincia di Trento dove era in corso la seduta della giunta. Caraba racconta che, a differenza di occasioni precedenti, i rappresentanti della provincia sembravano “molto provati”, perché la perdita di potere d’acquisto da parte dei cittadini ricade sempre sull’intera comunità attraverso le casse pubbliche.

“Vogliamo tenerci stretta la tradizione che abbiamo In Trentino di collaborazione tra le diverse componenti della società. E anche ora – conclude - , mentre noi come sindacato stiamo mettendo a punto la strategie per affrontare la situazione della Sicor, c’è tutto un mondo che si sta muovendo, dai lavoratori di altre aziende agli studenti universitari, per darci tutto l’appoggio del quale abbiamo bisogno”.