"Ci dispiace dover smentire quanti oggi hanno stigmatizzato la nostra azione sindacale, asserendo che abbiamo proclamato lo sciopero del settore. Purtroppo, si tratta di un'affermazione inesatta da cui sono seguiti giudizi inopportuni ed ingenerosi". Lo affermano Marco Falcinelli, Nora Garofalo, Paolo Pirani rispettivamente segretari generali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil.

"È bene che si sappia: in data odierna hanno scioperato quegli addetti delle aziende chimiche che operano in settori chimici collaterali e specifici, come quelli, per esempio, della gomma plastica o della cosmetica. Gli altri non hanno agito in tal senso perché impegnati in attività essenziali come quelle definite dal governo. Se ci sono state delle eccezioni, hanno riguardato realtà aziendali e territoriali specifiche, in cui i lavoratori protestavano per palesi violazioni al protocollo approntato sulla prevenzione, sicurezza e salute nei luoghi di lavoro".

I sindacalisti quindi proseguono: "Noi crediamo a quel virtuoso sistema di relazioni industriali che trova riscontro nella nostra contrattazione nazionale ed in quella aziendale. Un sistema partecipativo che abbiamo contribuito a porre in essere e che continueremo responsabilmente a custodire e tutelare. Infatti, abbiamo avuto l'accortezza di proclamare lo sciopero per le realtà succitate, ben dieci giorni dopo quelli proclamati da tutte le altre categorie sindacali. Se ciò è accaduto vuol dire che una parte del sistema produttivo che ci caratterizza non rispondeva più a quel buon sistema di relazioni industriali finora condiviso. In ogni caso abbiamo agevolato la trattativa tra il sindacato confederale ed il governo per modificare l'elenco delle attività produttive indispensabili presenti nell'allegato al protocollo sulla sicurezza disposto dalla Presidenza del Consiglio. Un'azione responsabile ed utile al Paese. Mai come ora - dunque - occorre evitare polemiche pretestuose, ma guardare all'azione di ricostruzione e ripresa economica di cui abbisognerà l'Italia appena superata la fase di emergenza sanitaria".