Dopo sei anni di sacrifici, il 2019 inizia bene per le lavoratrici e i lavoratori del gruppo Monte dei Paschi di Siena. Fisac Cgil, Fabi, First Cisl, Uilca Uil e Unisin hanno sottoscritto con l’istituto di credito una serie di accordi, con novità importanti per i dipendenti: dal trattamento di fine rapporto al fondo di solidarietà, dai percorsi formativi al welfare aziendale. E il gruppo torna ad assumere: sono previsti, infatti, 50 nuovi ingressi. Il 30 settembre scorso i conti si sono chiusi con un utile di 397 miliardi, a fronte dei tre miliardi di perdite dello stesso periodo del 2017. Preoccupa ancora, però, la raccolta dei depositi, che nei primi nove mesi del 2018 è scesa di 2,6 miliardi di euro, attestandosi a 193 miliardi complessivi.

Gli accordi, firmati il 31 dicembre scorso, ripristinano il diritto all’intero trattamento di fine rapporto, eliminando totalmente le penalizzazioni (pari al 23 per cento) che colpivano il personale. Viene nuovamente attivato, come da previsioni del piano di ristrutturazione 2017-2021 condiviso fra azienda, ministero dell'Economia e Commissione europea in relazione agli esuberi di personale, il fondo di solidarietà: il fondo verrà utilizzato su base esclusivamente volontaria ed è stabilita la possibilità, per il dipendente, di ritirare la domanda in caso di modifiche nel frattempo sopravvenute sui requisiti previdenziali di accesso agli ammortizzatori sociali di settore.

Importanti e vantaggiosi trattamenti in favore dei 20 mila dipendenti vengono inoltre riconosciuti per quanto riguarda il mutuo per la casa, i prestiti personali, il welfare aziendale e la formazione. Riprendono, infine, le assunzioni: 50 lavoratori verranno presto addestrati e inseriti per lo sviluppo della rete commerciale, tutti con contratto a tempo indeterminato. Già nei prossimi giorni, infine, proseguiranno gli incontri per la definizione e il rafforzamento di ulteriori capitoli della contrattazione di secondo livello.

Entrando nel dettaglio della situazione occupazionale, Fisac Cgil, Fabi, First Cisl, Uilca Uil e Unisin precisano che si prevede entro il prossimo aprile una nuova tranche di 650 esodi volontari, che si aggiungono alle 1.800 uscite avvenute del 2017. Nel triennio contemplato dal piano di riorganizzazione, gli esodi previsti saranno 5.500 (di cui 4.800 con il Fondo di solidarietà, 450 per cessioni o chiusure di attività non strategiche e 750 per turnover del personale), a fronte di 500 assunzioni. Cura dimagrante anche per gli sportelli: 600 verranno chiusi, ne resteranno 1.500 (per complessivi 20 mila dipendenti).