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Carlo Smuraglia, predecessore di Carla Nespolo alla guida dell'Anpi ricorda i tratti che hanno distinto la presidente dell'Associazione nazionale partigiani. La sua determinazione, le sue passioni, la sua dedizione nello svolgimento del suo ruolo e per la causa dell'antifascismo, del rispetto della Costituzione, della parità tra donne e uomini.
Cosa le rimarrà di lei?
Di Carla Nespolo mi rimane tutto, un ricordo bellissimo. Sono stato io stesso che l’ho proposta per la carica di presidente, ottenendo poi l’unanimità nel Comitato nazionale, perché mi pareva fondamentale, dopo anni in cui il presidente era sempre stato un uomo, che si facesse un passo in avanti eleggendo una donna. Una donna che rappresentava il riconoscimento del ruolo delle donne nella resistenza e la passione dell’Anpi per la parità e la dignità delle donne. E così fu fatto. Era da anni partecipe del Comitato nazionale, aveva esperienza politica alla Camera e al Senato, ed era gradita a tutti. L’abbiamo eletta all'unanimità ed è entrata in funzione purtroppo per un tempo limitato perché poi si è ammalata e qui ha dato una grandiosa prova di se stessa: non si è mai arresa alla sua malattia, ha guidato l’Anpi ininterrottamente anche quando stava in ospedale o in condizioni difficili, per telefono, con messaggi e in qualunque modo possibile, lei ha tenuto a essere presente. Sono tratti che non dimenticheremo mai, chiunque altro si sarebbe arreso e avrebbe lasciato che altri si occupassero delle cose. Ha voluto essere presente fino a fino alla fine e interessandosi di tutto. Io ricordo di aver ricevuto anche telefonate notturne per consultarsi su qualche cosa, perché anche di notte, se le veniva in mente un'idea, era capace di chiamare, sentire, vedere.
Quali erano le sue grandi passioni?
L’Anpi innanzitutto, come organizzazione, forse una delle ultime organizzazioni veramente democratiche e ricche di storia. Era molto legata all’Associazione partigiani, alla quale ha cercato di dare un volto nuovo, cambiando anche la tessera rendendola più viva, più attuale, più artistica per dare l’impressione di un'Anpi più moderna. Poi si è contraddistinta per la convinzione che ci fosse da combattere contro il fascismo e per la Costituzione, non da soli, tant'è che mise insieme un gruppo di rappresentanti dell’associazionismo fedeli all’antifascismo, perché era convinta che l’unità delle forze democratiche e antifasciste fosse indispensabile per aiutare questo Paese a uscire da una crisi anche politica. Io la ricordo per i grandi meriti che ha avuto nello svolgimento di questa sua funzione di sviluppo dell'Anpi, dell’antifascismo e della difesa a oltranza della Costituzione e nell’idea di non procedere da soli, ma di procedere con altri per essere più forti. Un esempio è la grande manifestazione a Roma, alla quale parteciparono un po’ tutti, oltre alla Cgil con la quale abbiamo una grande amicizia. Infine la passione enorme, oltre che per la Costituzione e l'antifascismo, per il ruolo della donna nella società contemporanea e in questo ha contraddistinto anche l'Anpi, perché ha rinforzato il concetto di parità e ha cercato di assegnare alle donne il ruolo che hanno avuto nella Resistenza, anche dimostrando che non è vero che siano state soltanto quelli che portavano gli ordini ma che hanno avuto un ruolo primario insieme con gli uomini. Ha voluto che questo accadesse anche nell’Anpi, affinché non diventasse un’associazione di memoria militaresca e quindi profondamente maschile, ma anche un’associazione che valorizzasse il lavoro delle donne, favorisse lo sviluppo della dignità e uguaglianza nella società. Per questo la ricordiamo per la sua grande passione oltre che per il suo tratto umano che l'ha resa amica più che presidente di tante parti d'Italia, dove ci sono sezioni e organismi dell'Anpi nelle quali lei è andata con molta intensità con molta continuità creando rapporti di amicizia con tutti. È un altro tratto che fa sì che sarà difficile dimenticare Carla Nespolo.