“Esprimiamo grande soddisfazione per la decisione presa ieri dalla Corte d’assise di Novara che ha condannato l’imprenditore svizzero, l’ultimo proprietario dell’Eternit, a dodici anni di reclusione per omicidio colposo aggravato, nell’ambito del processo Eternit bis. Quanto è avvenuto è un atto di giustizia nei confronti della strage di lavoratrici, lavoratori, cittadine e cittadini per il disastro ambientale attuato in nome del profitto”. Così, in una nota unitaria, i segretari confederali di Cgil, Cisl, Uil, Francesca Re David, Giorgio Graziani e Tiziana Bocchi.

“L’amianto - proseguono i tre dirigenti sindacali - continua ancora a uccidere a distanza di oltre trent’anni, pertanto dobbiamo continuare a salvaguardare tutti gli occupati e gli ex esposti. È inaccettabile registrare in Italia, ogni anno, oltre 4mila decessi a causa di patologie asbesto correlate”. “La giustizia e il suo funzionamento hanno un ruolo determinante anche nel processo di prevenzione di queste malattie, e purtroppo, nel nostro Paese - sottolineano Re David, Graziani e Bocchi - si continua sempre più spesso a ritenere la fatalità e non la responsabilità l’unica causa di tali tragedie”.

Per i tre segretari confederali “servono risorse economiche e strumenti normativi in grado di contrastare e debellare i danni alla salute e all’ambiente dovuti alla perdurante presenza dell’amianto nei luoghi di lavoro e di vita dei cittadini. Noi, come organizzazioni sindacali, intendiamo perseverare con il nostro impegno quotidiano su questo versante, e continueremo a chiedere al Governo un’azione congiunta per individuare interventi specifici che rendano efficace la lotta all’asbesto”, concludono.

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