Alla fine la notizia è arrivata. Prima annunciata in via ufficiosa e poi confermata la sospensione delle attività didattiche, fino al 15 marzo, nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle università, nei conservatori e delle accademie. La misura presa “in via prudenziale” è contenuta in un decreto legge che entro in vigore da subito. L’annuncio è stato dato dalla ministra dell’Istruzione Luciana Azzolina. Questo il commento del presidente del Consiglio Giuseppe Conte: "Abbiamo preso questa decisione dopo aver consultato il professor Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di Sanità". 

Le nuove misure integrano quelle assunte con precedenti provvedimenti, nei quali era stata disposta la chiusura delle scuole nelle aree definite della “zona rossa” (allegato 1 al dpcm 23 febbraio 2020). Scuole e atenei saranno chiuse anche al personale amministrativo nelle zone rosse, mentre nel resto d'Italia saranno sospese solo le lezioni.

A casa dunque, per 10 giorni, 8 milioni e mezzo di studenti, di cui sette milioni e 682 mila iscritti alle scuole pubbliche nei 40.879 istituti del Paese che resteranno senza didattica.

"So che è una decisione di impatto, spero che gli alunni tornino al più presto a scuola e mi impegno a far sì che il servizio pubblico essenziale, sia pure a distanza, venga fornito a tutti i nostri studenti". Così la ministra Azzolina parlando a Palazzo Chigi.

Conte ha spiegato così la decisione di chiudere le scuole: "In questo momento siamo concentrati ad adottare tutte le misure di contenimento diretto del virus o di ritardo della sua diffusione, perché il sistema sanitario per quanto efficiente e eccellente rischia di andare in sovraccarico", in particolare "per la terapia intensiva e sub-intensiva".

La chiusura delle scuole, oltreché ad avere ricadute sul piano didattico (in situazioni normali l’anno scolastico per essere valido deve durare almeno 200 giorni) ha ovviamente pesanti ricadute sulla vita delle famiglie, soprattutto quelle con figli piccoli. “Sappiamo che la chiusura delle scuole comporta la necessità di riorganizzare la vita familiare – ha detto la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti –. Ho già proposto misure di sostegno e aiuto alle famiglie: sostegno economico per le spese di babysitting e estensione dei congedi parentali per le lavoratrici e i lavoratori".

In una nota unitaria Flc Cgil, Cisl Fsur, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams, "esprimono la propria vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori, agli studenti e alle famiglie. Assicurano il proprio impegno a un’attiva interlocuzione con il ministero e con tutti i soggetti coinvolti, rendendosi disponibili a collaborare perché su tutto il territorio nazionale non venga compromesso l’esercizio del diritto allo studio, pur nella scrupolosa osservanza di modalità operative e tempi che garantiscano la tutela della salute di tutti, auspicando che si possa giungere nel più breve tempo possibile alla normale ripresa delle attività in tutte le sedi scolastiche e universitarie".

Le organizzazioni dei lavoratori chiedono di attivare da subito sedi di confronto fra amministrazione e sindacati "per definire in modo chiaro e puntuale la fase applicativa dei provvedimenti; è urgente inoltre un incontro al massimo livello politico per affrontare questioni che hanno diretta incidenza sul regolare avvio del prossimo anno scolastico, a partire dalle modalità di reclutamento del personale".

(S.I.)